13 agosto 2008
Il racconto di Don Mayr: "Sei volte a colazione dal Papa". L'incontro fra Benedetto e la gatta Milly :-)
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Su segnalazione di Anna leggiamo:
Sei volte a colazione dal Papa
Il racconto di Mayr: «Chiedeva notizie della gente»
Il rettore Muser: «In Seminario separata l’ala di Benedetto»
di Tiziana Campagnoli
BRESSANONE.
Nella «Kammerle» del Seminario Maggiore, assieme all’allora cardinale Ratzinger, pranzavano anche sei sacerdoti, tutti ospiti stabili della struttura.
Tra questi, Johann Mayr, canonico del Capitolo del Duomo, che con Ratzinger aveva in comune tra l’altro l’aver avuto gli stessi professori alla facoltà di teologia di Monaco. Un appuntamento fisso, il pranzo con il cardinale, che ha portato soprattutto don Mayr (che oggi ha 85 anni, quindi di 4 più anziano del Pontefice) a instaurare con lui un rapporto di amicizia che non si è spezzato neanche dopo la nomina di Ratzinger a Papa. E Benedetto XVI, al suo arrivo a Bressanone lunedì 28, ha subito riconosciuto tra la folla di fedeli e religiosi l’amico Johann.
Gli si è avvicinato, lo ha salutato e lo ha invitato a colazione. Un invito ripetuto 5 volte.
«Quando mi è venuto incontro, prendendomi le mani, quasi non ci credevo - spiega il canonico -. Mi ha salutato con affetto e mi ha invitato a colazione. Quella sera stessa ho avuto conferma che Benedetto XVI mi attendeva alle 8.30 del giorno successivo. E ciò è avvenuto altre cinque volte».
Gli incontri, della durata di venti minuti, si sono svolti nella saletta da pranzo dell’appartamento papale alla presenza del segretario, padre Georg, e delle «memores».
«Abbiamo bevuto un cappuccino, mangiato pane con marmellata e miele, e parlato dei tempi passati - continua don Mayr -.
Sua Santità mi ha chiesto notizie dei vecchi amici, quegli stessi che pranzavano con noi nella “Kammerle”, e mi ha stupito quando ha ricordato la gatta Milly, chiedendomi se fosse ancora nel Seminario. Ho saputo che l’ha incontrata, l’ha presa sulle ginocchia e l’ha accarezzata».
Il canonico nei suoi sei incontri privati con il Papa gli ha anche raccontato cosa succedeva fuori dalle mura. Gli ha sottolineato l’affetto della gente, quasi in pellegrinaggio dinanzi al cancello nella speranza di vederlo, ed altri aneddoti che Benedetto XVI ha gradito molto: «Un giorno un bambino che conosco si è stupito nel vedere che il mio orto, proprio di fronte al Seminario, era stato diviso in due dalla parete installata per la privacy del Papa. “Come fai ad annaffiare i girasoli?” - mi ha chiesto.
Gli ho risposto “Lo faranno i pompieri”. Il piccolo non ci ha pensato su due volte e, oltrepassata la parete passando dal basso, mi ha gridato che il pompiere l’avrebbe fatto lui.
Il Papa, sentendo il racconto, si è molto divertito».
Particolarmente vicino al Papa in questi giorni è stato il rettore Ivo Muser, che però preferisce non raccontare dettagli. Conferma solo che l’ala papale era separata dalla zona in cui viveva lui, che Benedetto XVI è stato «un uomo che ha ritrovato i suoi ricordi con il fratello», e che «ci siamo accorti quanto fosse importante garantire la privacy del Papa, visto che in moltissimi avrebbero voluto incontrarlo».
Anche Christine Stremitzer, proprietaria dell’Hotel Grüner Baum dove Josef Ratzinger è stato ospite con i fratelli, aveva chiesto di incontrarlo: «Non è stato possibile - racconta ora - ma il Papa mi ha fatto avere un Rosario e sono felice».
© Copyright Alto Adige, 13 agosto 2008
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