13 febbraio 2008
Messori: "Il teologo Ratzinger non considera la politica abbastanza importante per prendere posizione da una o dall'altra parte"
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Chiesa e politica La Santa Sede, orientata alla neutralità, si appella a partiti e media
Il Vaticano: confusioni su noi e la Cei
Gian Guido Vecchi
MILANO — Tanto per chiarire, come regola generale ad uso (anche) di partiti e giornalisti: una cosa è il Vaticano, un'altra la Cei.
«Appaiono assolutamente improprie, anzi senz'altro erronee, le confusioni che non di rado si fanno, nella polemica politica e sui mass media, tra la Santa Sede e la Chiesa italiana». Il che sarebbe già importante, visto che l'articolo è comparso ieri sulla prima pagina dell'Osservatore romano. Ma lo è ancora di più se si considera che il testo, titolato «11 febbraio» e dedicato come tradizione all'anniversario dei Patti Lateranensi, è una nota della Segreteria di Stato vaticana, guidata del cardinale Tarcisio Bertone.
Le preoccupazioni delle «gerarchie ecclesiastiche» sulla sopravvivenza dell'Udc e l'accordo con Berlusconi ci saranno pure, almeno in parte dei vescovi. Però, a quanto pare, si fermano di qua dal Tevere come le altre polemiche. Non che si dica qualcosa di diverso: non si dice nulla. La nota vaticana marca le distanze, senza il benché minimo cenno all'attualità politica italiana. E in compenso insiste sulla «relazione strettissima» tra la Costituzione e i Patti che chiusero la «questione romana » e ispirarono quella «cultura della cittadinanza» in cui si formò «parte consistente della classe politica che avrebbe poi guidato la giovane democrazia» e sarebbe «confluita, tra l'altro, in diverse formazioni politiche ». Lo stesso richiamo ai Patti nella Carta «servì a mantenere la pace religiosa in Italia», l'affermazione della reciproca indipendenza e sovranità di Stato e Chiesa è un pilastro della laicità: «Uno Stato autenticamente laico riconosce che la propria sovranità non si estende anche sul piano spirituale e religioso. E viceversa».
Del resto la stessa posizione della Cei è soggetta a interpretazioni. Il direttore di Avvenire, Dino Boffo, ha parlato a favore della «persistenza» dell'Udc nel polo di centrodestra. Anni di vicinanza e stima tra lui e il cardinale Ruini fanno pensare che sia anche l'opinione del cardinale Vicario. Ma non è detto che sia quella di tutta la Cei. Il presidente Angelo Bagnasco si tiene lontano dalla cosa («I vescovi non si occupano di dinamiche politiche né tantomeno di partiti, ma di valori! », ha esclamato dopo le polemiche sulla caduta di Prodi), e il cattolico Formigoni sembra alludere a idee differenti quando dice: «Il segretario della Cei, monsignor Betori, ha sempre detto che i vescovi non fanno il tifo per nessun partito. Non credo proprio che siano disposti a farlo per un simbolo». La «teodem» Paola Binetti alza le spalle: «Certo ci si attende che il direttore di Avvenire intercetti le aspettative della Cei. Ma resta una sua valutazione e comunque io vi leggo la preoccupazione che i cattolici non siano irrilevanti nel centrodestra. Mi fa piacere lo dica a loro». Per Binetti «la Chiesa non ha nostalgia del partito cattolico, si appella alla responsabilità dei fedeli che stanno a destra e a sinistra: stimo Pezzotta, ma oggi il sistema è bipolare. E la Chiesa lo sa».
Il Vaticano, la Cei, la politica. Il 25 marzo 2007, scrivendo a Bagnasco per la sua nomina, il cardinale Bertone avocava a sé «i rapporti con le istituzioni politiche» assicurando «la rispettosa guida della Santa Sede, nonché mia personale». Una svolta rispetto all'era Ruini. Oltretevere si guarda con attenzione all'Italia, ma segnando la distanza dai partiti. Come dice lo scrittore Vittorio Messori, «c'è nel teologo Ratzinger una sorta di neutralità benevola davanti alla politica: si rende conto che è necessario si faccia, ma non la considera abbastanza importante per prendere posizione da una o dall'altra parte».
© Copyright Corriere della sera, 12 febbraio 2008
Tanto per chiarire, come regola generale ad uso (anche) di partiti e giornalisti: una cosa è il Vaticano, un'altra la Cei.
Ad uso (soprattutto!) di politici e giornalisti!
R.
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4 commenti:
Perfettamente d'accordo, mi spiace solo che la CEI cada un'altra volta nella trappola mediatica favorendo la pubblicità di un filmetto come "Caos calmo", che grazie ad uno scaltro ufficio stampa ha fatto parlare di sé fino alla nausea per l'ennesima scena di sesso cinematografica. Possibile che non si capisca che cadendo nelle provocazioni si fa il gioco propagandistico dell'avversario?
Eh si'!
Ci mancava solo la "lezioncina" di Moretti sul fatto che siamo tornati a prima del "Concilio di Trento"...
Si dovrebbe evitare di fare pubblicita' gratuita al prossimo se non lo merita...
Non avendo visto il film, non posso giudicare...
Ho sentito il commento di Moretti al TG3…, come dice giustamente brustef1, sarebbe stato meglio non parlarne affatto!!!
Dario Fo vuole presentarsi di nuovo come "eclesiologo". Potete leggerlo in qn.quotidiano.net
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