11 febbraio 2008
OSSERVATORE ROMANO: ASSOLUTAMENTE IMPROPRIE ED ERRONEE LE "CONFUSIONI" FRA SANTA SEDE E CEI SUI MASS MEDIA
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L'articolo dell'Osservatore non e' ancora disponibile online.
R.
VATICANO: L'OSSERVATORE, IMPROPRIA CONFUSIONE CON CHIESA ITALIANA
(ASCA) - Citta' del Vaticano, 11 feb
Sono ''assolutamente improprie, anzi senz'altro erronee'', le ''confusioni'' che spesso si operano sia ''nella polemica politica che sui mass media, tra la Santa Sede e la Chiesa italiana; tra la Citta' del Vaticano, che rispetto all'Italia e' uno Stato straniero, e l'episcopato italiano riunito nella Conferenza Episcopale Italiana; tra le istituzioni della Santa Sede o vaticane e le istituzioni della Chiesa italiana''.
E' quanto sottolinea oggi il giornale della Santa Sede in un articolo che ricorda la doppia ricorrenza che proprio quest'anno viene a cadere: l'anniversario dei Patti Laterannsi e i sessanta anni della Costituzione italiana che, si sottolinea, ha potuto contare sul decisivo contributo nel mondo cattolico laico del nostro paese. ''La concordia ritrovata nel 1929, e prolungatasi nel lungo arco di tempo che giunge fino ad oggi, - scrive ancora il giornale della Santa Sede - e' prova della bonta' delle soluzioni allora trovate. Grazie ad essa Stato e Chiesa hanno potuto collaborare, in un clima di vera laicita', per la promozione dell'uomo e per il bene del Paese''.
Nell'articolo dedicato all'anniversario del Concordato
Osservatore Romano: ''Erronea confusione tra Vaticano e Cei''
Il quotidiano definisce ''improprie le confusioni che non di rado si fanno, nella polemica politica e sui mass media, tra Santa Sede e Chiesa italiana''
Città del Vaticano, 11 feb. (Adnkronos) -
E' sbagliato confondere la Santa Sede e la Conferenza episcopale italiana come spesso avviene sui mass media e nella polemica politica. E' quanto scrive oggi l'Osservatore romano, in un articolo dal significativo titolo ''11 febbraio'' e dedicato all'anniversario del Concordato fra Stato e Chiesa.
In particolare, il giornale della Santa Sede rileva che i Patti lateranensi si compongono di due parti, il Trattato e il Concordato: ''Il primo, infatti, è destinato a garantire alla Santa Sede, cioè al Pontefice, la piena indipendenza e libertà per l'adempimento della sua missione nel mondo; il secondo è invece destinato, alla stregua di ogni Concordato, a regolare la vita della Chiesa che è in Italia e prima ancora a definire di comune accordo quello che certamente rientra nell'ordine proprio della Chiesa''.
Tale distinzione viene poi ripresa, scrive 'l'Osservatore romano', dal Concordato del 1984. Trattato e Concordato sono ''due atti connessi - simul stabunt simul cadent, come disse Pio XI - eppure del tutto distinti per finalità e contenuti''.
''Alla luce di tale distinzione - afferma il giornale del Vaticano - appaiono assolutamente improprie, anzi senz'altro erronee, le confusioni che non di rado si fanno, nella polemica politica e sui mass media, tra la Santa Sede e la Chiesa italiana; tra la Città del Vaticano, che rispetto all'Italia è uno Stato straniero, e l'episcopato italiano riunito nella Conferenza Episcopale Italiana; tra le istituzioni della Santa Sede o vaticane e le istituzioni della Chiesa italiana''.
''La concordia ritrovata nel 1929 - si legge ancora - e prolungatasi nel lungo arco di tempo che giunge fino ad oggi, è prova della bontà delle soluzioni allora trovate. Grazie ad essa Stato e Chiesa hanno potuto collaborare, in un clima di vera laicità, per la promozione dell'uomo e per il bene del Paese''.
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