19 novembre 2007

Il Papa ai vescovi del Kenya: relativismo e aborto hanno intaccato anche il modo di pensare degli Africani (Radio Vaticana)


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Benedetto XVI ai vescovi del Kenya in visita ad Limina: contro le agenzie che promuovono l’aborto e il dilagare del relativismo, la Chiesa si mostri unita nei suoi valori e nella sua testimonianza sociale

Difendere la tradizionale apertura africana al valore della vita dalle campagne mondiali che propagandano l’aborto e rinsaldare l’unità tra vescovo e sacerdoti, perché l’annuncio del Vangelo risulti più incisivo in ogni ambito della società. Lo ha chiesto questa mattina Benedetto XVI ai vescovi del Kenya, ricevuti in visita ad Limina. Il Papa ha anche esortato i presuli a combattere il relativismo dilagante con una maggiore diffusione - scolastica e universitaria - della cultura cristiana. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Realtivismo religioso e negazione del diritto a nascere hanno intaccato, e non da oggi, anche il modo di pensare degli africani. Ma il continente ha nel suo codice genetico una risorsa che può arginare o annullare le derive culturali esportate soprattutto dall’Occidente. E' su questa convinzione di base che Benedetto XVI impernia il discorso rivolto ai vescovi del Kenya. In Africa, ha osservato, "il forte attaccamento del vostro popolo ai valori tradizionali associati alla vita familiare può aiutare a esprimere la fede, che è il cuore del mistero dell’unità della Chiesa”. E “un’importante chiave di unità” all’interno di una comunità, ha affermato il Papa, è l'istituzione del matrimonio e la vita familiare, che la gente d'Africa tiene in particolare considerazione”:

“The devoted love of christian married couples…
L'amore devoto delle coppie sposate cristiane è una benedizione per il vostro Paese, perché esprime sacramentalmente l'alleanza indissolubile tra Cristo e la sua Chiesa. Questo prezioso tesoro deve essere custodito a tutti i costi. Troppo spesso, i mali che colpiscono alcune parti della società africana, come la promiscuità, la poligamia e la diffusione delle malattie sessualmente trasmettibili, possono essere direttamente collegati alla disordinato nozioni di matrimonio e la vita familiare”.

Ma se la “comprensione cristiana della vita familiare trova una profonda risonanza in Africa”, il Papa si confessa molto preoccupato dalla “crescente influenza” che la “cultura secolare globalizzata” esercita sulle comunità locali, “in seguito - ha stigmatizzato - a campagne condotte da agenzie che promuovono l’aborto”:

“This direct destruction of an innocent human life…
Questa diretta distruzione di una vita umana innocente non può mai essere giustificata, tuttavia vi sono circostanze difficili che possono indurre alcuni a prendere in considerazione un così grave passo. Quando predicate il Vangelo della Vita, ricordate al vostro popolo che il diritto alla vita di ogni essere umano innocente, nato o non nato, è assoluto e si applica in egual modo a tutte le persone senza eccezione di sorta”.

Accanto alla denuncia, Benedetto XVI pone la carità. “La comunità cattolica - è stato il suo invito - deve offrire sostegno a quelle donne che potrebbero avere difficoltà ad accettare un bambino, soprattutto quando vengono isolate dai loro familiari e amici. Allo stesso modo, la comunità dovrebbe essere aperta all’accoglienza di tutti coloro che si pentono per aver partecipato al grave peccato dell’aborto, e dovrebbe guidarli con carità pastorale ad accettare la grazia del perdono, la necessità della penitenza, e la gioia di entrare ancora una volta in una nuova vita di Cristo”.

In precedenza, il Pontefice si era soffermato con insistenza e sollecitudine sul cardine dell’unità e della collaborazione che sempre devono intercorrere tra i vari gradi della gerarchia ecclesiale. “Il dialogo rispettoso e la vicinanza tra il vescovo e i sacerdoti - ha ribadito - non solo edifica la Chiesa locale, ma anche l'intera comunità. Infatti, l’unità visibile tra i leader spirituale può essere un potente antidoto contro la divisione all'interno della più ampia famiglia del popolo di Dio”. E un altro snodo per una rinnovata azione pastorale nel Paese africano - che conta il 25% di cattolici su 30 milioni di abitanti - il Papa lo aveva individuato nella formazione culturale oltre che catechetica:

“At a time when a secularist and relativist mentality…
In un momento in cui la mentalità laica e relativista è in aumento, e si afferma sempre più globalmente attraverso i mezzi della comunicazione sociale, è tanto più essenziale che si continui a promuovere la qualità e l'identità cattolica delle vostre scuole, delle università e dei seminari. La società trae molti benefici da cattolici formati che conoscono e praticano la Dottrina sociale della Chiesa".

E qui, Benedetto XVI ha concluso con un'osservazione specifica: "Oggi vi è una particolare necessità di professionisti altamente addestrati e di persone di provata integrità nel settore della medicina, in cui i progressi tecnologici continueranno a sollevare gravi questioni morali”.

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Clicca qui per leggere il testo (traduzione italiana)del discorso del Papa ai Vescovi del Kenya in visita ad limina.

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