4 febbraio 2008

Eugenia Roccella: "La pillola abortiva non ha titoli per l'autorizzazione" (Avvenire)


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ATTO NÉ TECNICO NÉ AUTOMATICO

LA PILLOLA ABORTIVA NON HA TITOLI PER L’AUTORIZZAZIONE

EUGENIA ROCCELLA

Come è noto, l’azienda che produ­ce la pillola abortiva Ru486 ha chiesto a novembre l’autorizzazione per commercializzarla in Italia. Mentre l’Aifa, l’ente italiano di controllo dei farmaci, sta ancora vagliando la docu­mentazione scientifica sulla sicurezza della pillola, si moltiplicano le dichia­razioni dei sostenitori dell’aborto chi­mico, che battono tutte sullo stesso ta­sto: l’automatismo della cosiddetta procedura di mutuo riconoscimento.
Secondo il ginecologo radicale Silvio Viale il via libera dell’Aifa sarebbe del tutto scontato, una pura questione bu­rocratica; ma anche il direttore dell’I­stituto Negri, Silvio Garattini, ha di­chiarato al Secolo XIX che «l’autorizza­zione sarà automatica», perché il dos­sier di richiesta presentato all’Aifa «è lo stesso approvato in Francia, e se l’I­talia non lo accettasse dovrebbe apri­re un vero e proprio contenzioso».
È questo il punto: se le cose stanno co­me dice il professor Garattini, la docu­mentazione sulla sicurezza della Ru486 è ancora quella che risale al 1989 – an­no in cui il governo francese autorizzò l’uso del farmaco – o forse quella pre­sentata dieci anni dopo, quando la pil­lola abortiva fu introdotta in molti Pae­si europei.
Una documentazione, quin­di, che non tiene conto delle 16 donne morte nel frattempo, del rischio di in­fezioni fatali, del numero impressio­nante di eventi avversi registrati dalla Food and Drug Administration, l’ente farmacologico degli Usa. Infatti è solo dal 2001, grazie alla stampa america­na, che sono emerse alcune scomode e tragiche verità sull’aborto chimico, tra cui l’inquietante rapporto con al­cuni rari batteri, come diversi tipi di Clostridium.
C’è, tutto questo, nella documentazio­ne presentata all’Aifa? Quando il pro­fessor Garattini dichiara che per il dos­sier «il rapporto rischi/benefici in me­rito al farmaco è favorevole», non for­nisce l’informazione fondamentale: quel dossier tiene conto delle 16 mor­ti e degli eventi avversi? Presenta studi convincenti sulle infezioni fatali? Trac­cia un bilancio dell’importante conve­gno indetto nel 2005 dalla Fda sul Clo­stridium, proprio a seguito delle mor­ti avvenute negli Usa? E soprattutto: quesiti così importanti per la tutela del­la salute delle donne italiane, possono essere ignorati o aggirati, sostenendo che l’autorizzazione «è automatica»?
Qualcuno ribatterà che l’Emea, l’ente farmacologico europeo, ha da poco chiuso positivamente una procedura di revisione sulla pillola abortiva. Va detto, però, che l’esame riguardava e­sclusivamente l’autorizzazione di nuo­vi dosaggi, cioè un confronto di effica­cia tra 200 milligrammi di mifepristo­ne (il principio attivo della Ru486), e i 600 milligrammi abitualmente adope­rati. E comunque, nonostante la limi­tatezza dell’indagine, l’Emea ha chie­sto ufficialmente alla Exelgyn di avvia­re nuovi studi sul rapporto tra mife­pristone e infezioni fatali.
Oggi il mondo cattolico celebra la tren­tesima Giornata per la vita, e la Cei in­vita a considerare con rispetto «la vita ai suoi esordi, la vita verso il suo epilo­go », ma anche a prestare attenzione al­le cure palliative, e a difendere la vita «da tutto quello che può metterla a re­pentaglio ». È un discorso ampio, che si conclude con un grazie ai volontari im­pegnati nel sostegno alle maternità dif­ficili, alle famiglie che tengono con sé gli anziani, ai rappresentanti delle isti­tuzioni che aiutano e incoraggiano i genitori nel loro compito, a quella par­te «seria e responsabile» del Paese che rispetta la vita e la dignità della perso­na.
La Ru486 banalizza, sul piano sociale e culturale, il ricorso all’aborto, mette a rischio la salute della donna, e la la­scia ancora più sola di fronte alla scel­ta di abortire. Non è, come affermano i suoi sostenitori, «un’opzione in più», ma solo una minaccia in più.

© Copyright Avvenire, 3 febbraio 2008

18 commenti:

Utnapishtim ha detto...

si sa, le case farmaceutiche sono enti più meno criminali, e certamente questa non farà eccezione.
Però da quello che sappiamo questa Ru486 è molto più sicura per la donna che sta abortendo rispetto ad un'aspirazione, e questo dovrebbe bastare. Infatti, come dice il pur faziosissimo articolo essa "banalizza, sul piano sociale e culturale, il ricorso all’aborto", ed è questo il vero problema dei pro-life, che in effetti se ne fregano bellamente della salute (fisica e mentale) delle donne che abortiscono, dal momento che -per i prolife- sono responsabili di omicidio.

gemma ha detto...

non sarei così certa della sicurezza a tutti i costi. I rischi di emorragia con questa metodica non sono nulli e nemmeno sul piano emotivo la tecnica è così tranquilla" come prendere una pillola". La risoluzione del problema non è immediata e nemmeno del tutto indolore
Al di là dei pro-life, credo che il rischio di banalizzazione del problema possa aumentare eccome.
A parte qualche frangia di ignoranza o di fragilità sociale, come può avvenire in donne molto giovani, immigrate o disabili, non sono inusuali discorsi del tipo:
"la pillola non la voglio prendere perchè mi gonfia e mi fa venire la cellulite" o "al mio ragazzo non piace farlo col preservativo". E lasciamo perdere la morale cattolica contro la contraccezione perchè queste non sono frasi che si insegnano nelle parrocchie, a corredo del catechismo, ma sono indici di superficialità, stafottenza e di quella innegabile cultura del "tanto, male che vada c'è l'aborto...", col rischio che ,"se poi basta una pillola, meglio ancora".

Anonimo ha detto...

Mister Mandelbrot,

ora che lei ci rassicura ("da quello che sappiamo questa Ru486 è molto più sicura per la donna che sta abortendo rispetto ad un'aspirazione, e questo dovrebbe bastare") dall'alto della sua esperienza scientifica siamo tutti più tranquilli, e dei giudizi della FDA ce ne facciamo un baffo!

Per favore siamo seri e non raccontiamo favole:

- il rischio di emorragie, infezioni e sepsi anche mortali è elevato nei casi di aborto chimico

- l'aborto chimico dura giorni, nel corso dei quali la donna - ad intermittenza ed a fronte di intensi dolori crampiformi - espelle sangue e brandelli di tessuti ed organi talora ben riconoscibili del feto abortito

questo - in sintesi - il quadro clinico dell'aborto chimico, che per i promotori dell'"aborto-fai-da-te" la donna deve affrontare da sola...

...e per fortuna che i pro-choice mettono davanti a tutto proprio la salute della donna!!

Luigi (medico)

Anonimo ha detto...

invito Mr Mandelbrot a consultare la documentazione "di parte" sulla RU468 al seguente link

http://www.impegnoreferendum.it/NR/exeres/33AF175A-2810-48E5-8E96-61EA35AC6AA2.htm

Luigi

Anonimo ha detto...

http://www.impegnoreferendum.it/NR/exeres/33AF175A-2810-48E5-8E96-61EA35AC6AA2.htm

link da cui recuperare i contributi sulla RU486 pubblicati da Avvenire (e quindi faziosissimi ;-)

Luigi

Anonimo ha detto...

A parte le considerazioni mediche, non e' forse drammatico per una donna, dal punto di vista psicologico, aspettare che il feto venga espulso? Potrebbero volerci giorni, come dice Luigi. E se, nel frattempo, la donna cambiasse idea? Se non riuscisse a sopportare psicologicamente un aborto che dura cosi' tanto nel tempo?

gemma ha detto...

egregio mr mandel....
sono sempre molto pacata e rispettosa di tutti nei miei giudizi. Parlo per esperienze personali e non mi permetto mai di pontificare dall'alto nè di usare punti esclamativi. Esordisco con un "non sarei così certa" non con un "così è!" Non c'è bisogno che si prodighi nell'elenco di tutte le paventate complicanze, vere o presunte, di un aborto chimico perchè conosco l'argomento e non sono una sostenitrice dell'abrogazione della 194 nè una che viuole imporre la via chirurgia come unico metodo abortivo.
Mi reputo una persona seria, nonostante i suoi proclami (dei quali mi farò una ragione) e non sono solita raccontare favole a nessuno, tant'è che non ho elencato nessuno dei drammi di cui Lei parla. L'illusione che ingoiata la pillola sia tutto risolto è comunque un'illusione e chi ha avuto nella vita mestruazioni dolorose, forse, sa cosa intendo. Quando si ragiona su un argomento, lo si può fare su pro e contro, da ambo le parti se lo si vuol fare con serenità. Se poi ci si arma per la guerra allora è un altro discorso ma non riguarda il mio modo di discutere, pertanto finisco qui e chiudo con Lei ogni ulteriore discussione su questo blog.

gemma (medico)

Utnapishtim ha detto...

beh, gli effetti collaterali indesiderati dei farmaci sono credo la quarta o quinta causa di morte nei paesi occidentali, quindi non mi stupisce che anche questa Ru486 ne abbia a bizzeffe, che vi devo dire?
Se le stesse energie che i pro-life dirigono contro questa pillola venissero dirette verso un qualsiasi altro farmaco credo che di farmaci in farmacia ne troveremmo pochini.
Non sono un medico e non mi interessa approfondire oltre, limitandomi a rilevare come il giudizio vari notevolmente in rispondenza alle diverse opinioni.
Quello che mi pare evidente è che andar sotto i ferri (indipendentemente dal problema emotivo percepito) non è una passeggiata e comporta dei rischi notevoli.
Che "la banalizzazione dell'aborto" comporti un aumento del numero degli aborti non mi pare sia una ipotesi molto realistica, e poi se come dite voi l'uso della Ru486 è lungo e doloroso è proprio da escludere.

Mi scuso per il prossimo OT: non capisco per niente l'ultima email di gemma. Forse c'è un malinteso dal momento che ha risposto 2 volte con due toni diversi alla stessa email. Mi dispiace che voglia smettere di controbattere ai miei interventi, me ne farò una ragione. Sembra che sia rimasta offesa per qualcosa che ho scritto, non qui credo, dal momento che qui non ho usato nè esclamativi nè ho fatto proclami. Ma se di proclami ogni tanto ne faccio, sono certo di non aver mai messo in dubbio la serietà di gemma o quella di altri partecipanti a questo blog (beh, con una sola eccezione :) )

Saluti

gemma ha detto...

mi scuso con mr mandelbrot ma per un errore di lettura ho saltato l'anonimo e ho interpretato come sua nei miei confronti la risposta dell'anonimo Luigi rivolta invece a lei. Devo dire che ero molto stupita sia per il tono (non tipico in genere dei suoi interventi) sia per alcuni accenni agli effetti dell'aborto chimico che credevo provocatori . Vale comunque lo stesso la questione, a questo punto non rivolta a lei, dei punti esclamativi e il fatto che non è mai giusto salire in cattedra per chi lo fa, nè da medici nè da profani e qui dobbiamo confrontarci in quanto persone. Le complicanze non stanno tutte da una parte e se la ru486 non è nè una caramella nè veleno, l'aborto chirurgico non è una passeggiata e questo per onestà dobbiamo dirlo.
Lo diciamo sempre di commentare solo dopo aver letto bene i discorsi altrui, questa volta ci sono cascata io

gemma (impulsiva)

Anonimo ha detto...

Gentile Mr Mandelbrot,

partire da una premessa falsa non è serio, ma una volta può capitare
("da quello che sappiamo questa Ru486 è molto più sicura per la donna che sta abortendo rispetto ad un'aspirazione" - Suo primo intervento), per superficialità o per ignoranza;

proseguire a disseminare fandonie con finta umiltà per sviluppare un ragionamento tendenzioso denota mala fede ("beh, gli effetti collaterali indesiderati dei farmaci sono credo la quarta o quinta causa di morte nei paesi occidentali, quindi non mi stupisce che anche questa Ru486 ne abbia a bizzeffe, che vi devo dire?" Suo secondo intervento).

Anche chi medico non è ha accesso ai dati del WHO sulle principali cause di morte nel mondo, in funzione dei redditi (http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs310/en/), e la panzana degli effetti collaterali dei farmaci "quarta o quinta causa di morte nei paesi occidentali" si sarebbe potuta facilmente evitare. Se non si crede ai dati WHO si può consultare anche il sito dell'ISTAT per quanto riguarda la realtà italiana.

I fatti sono fatti, incontrovertibili.

Le opinioni, per chi esercita l'uso della ragione, derivano dai fatti (e non il contrario;-).

Partendo da premesse false (fatti inventati in mala fede e propagati per ignoranza) si sviluppano pseudoragionamenti altrettanto falsi e tendenziosi.
Il dibattito sull'aborto ne è un esempio lampante.

(OT: è comunque illuminante del Suo pensiero il mettere implicitamente sullo stesso piano il farmaco usato per curare una malattia, e quello per "curare" una gravidanza indesiderata...)

Luigi

Utnapishtim ha detto...

"I fatti sono fatti, incontrovertibili", così come 'incontrovertibile' è l'opinione di chi non sa interpretare i fatti e ascolta con superficialità gli argomenti dei propri interlocutori.
La sorprenderò, ma anche io credo che i farmaci non siano tra le prime cause di morte, e non certo per i dati che lei mi indica. Sono dati che non li metto in dubbio, ma è da chiarire il rapporto di causa; per esempio, dicendo che la gente muore di infarto non si chiarisce quale è la causa principale dell'infarto; si dice che si muore di incidente d'auto anche quando la causa dell'incidente sono alcol o stupefacenti, etc. Comunque la mia era una provocazione (derivante da un tema caro ai salutisti, non so quanto fondato) a lei che mi sembrava invece voler attribuire all'Ru486 più controindicazioni di quante a mio avviso ne abbia.
Vede, la verità della premessa provocatoria che ho usato può essere messa benissimo in discussione senza destituire di fondamento il mio principale argomento: se è vero che la Ru486 fa male (lei lo dice, io ci posso anche credere) l'aborto chirurgico non è una passeggiata e comporta rischi notevoli (questo lo so con certezza e ci sono dati).
Le dirò, in prima istanza ho trascurato la sua risposta non a caso, ed ho preferito rispondere alle questioni piu' ficanti poste da Gemma. Oltretutto lei scriveva che dei pareri dell'FDA io mi faccio un baffo. Mi fa davvero ridere, perchè a causa della sua crassa ignoranza finisce per avvalorare le mie tesi. Lei ignora che la FDA ha approvato questo farmaco da 8 anni?
Ora le chiedo: ma lei ha informazioni dirette su questo farmaco? Oppure si basa come me su informazioni disponibili su internet? Se vale la prima allora ok, la ascolterò con attenzione. Se vale la seconda, allora mi scusi tanto, ma a giudicare da come non ha capito i miei argomenti e dal tono generale dei suoi, credo proprio di essere assai più capace di lei di leggere e interpretare bene la gran messe di informazioni disponibili... pur non essendo un medico. Saluti.

Utnapishtim ha detto...

Rispondo anche al suo OT, caro dottor Luigi: so distinguere il piano scientifico da quello morale.
Lei è in grado di farlo?

Anonimo ha detto...

"I fatti sono fatti, incontrovertibili", così come 'incontrovertibile' è l'opinione di chi non sa interpretare i fatti e ascolta con superficialità gli argomenti dei propri interlocutori.
- io ho solo riportato dei fatti e dei dati, e non la mia opinione personale al riguardo; ho poi criticato nel dettaglio certe Sue affermazioni superficiali.

La sorprenderò, ma anche io credo che i farmaci non siano tra le prime cause di morte, e non certo per i dati che lei mi indica.
- no, non mi sorprende neanche un po', perchè vedo che continua nel suo giochetto di sostenere prima un punto di vista (effetti indesiderati dei farmaci quale rilevante causa di morte - Suo intervento del 4 febbraio 2008 19.10), poi l'esatto opposto, ma non perchè i dati reali disponibili La smentiscono clamorosamente, ma per ragioni sue personali del tutto insondabili.

Sono dati che non li metto in dubbio, ma è da chiarire il rapporto di causa; per esempio, dicendo che la gente muore di infarto non si chiarisce quale è la causa principale dell'infarto; si dice che si muore di incidente d'auto anche quando la causa dell'incidente sono alcol o stupefacenti, etc.
- quindi se un tizio ubriaco che guida la macchina si schianta contro un palo e muore, secondo Lei la causa della morte è lo "stato di ebbrezza", non il trauma riportato a seguito dell'incidente?

Comunque la mia era una provocazione (derivante da un tema caro ai salutisti, non so quanto fondato) a lei che mi sembrava invece voler attribuire all'Ru486 più controindicazioni di quante a mio avviso ne abbia.
- veda, il fatto è che "il suo avviso" o "il mio parere" in ambito medico non hanno nessuna rilevanza: i dati clinici sono lì, incontestabili ed alla portata di chi - per ragioni professionali o per sostenere un confronto documentato - abbia l'umiltà di prenderne atto.

Vede, la verità della premessa provocatoria che ho usato può essere messa benissimo in discussione senza destituire di fondamento il mio principale argomento: se è vero che la Ru486 fa male (lei lo dice, io ci posso anche credere) l'aborto chirurgico non è una passeggiata e comporta rischi notevoli (questo lo so con certezza e ci sono dati).
- nessuno qui ha mai sostenuto che l'aborto chirurgico sia una passeggiata, ci mancherebbe altro (la invito a non attribuirmi opinioni mai espresse). Il punto centrale del contendere, gentile Mr Mandelbrot, è proprio l'opposto: dati scientifici alla mano, sono falsità palesi le informazioni propalate dai sostenitori della RU 486 in relazione alla presunta sicurezza ed efficacia dell'aborto chimico (e questo prescinde dal giudizio morale che si può avere sull'aborto in sè).

Le dirò, in prima istanza ho trascurato la sua risposta non a caso, ed ho preferito rispondere alle questioni piu' ficanti poste da Gemma. Oltretutto lei scriveva che dei pareri dell'FDA io mi faccio un baffo. Mi fa davvero ridere, perchè a causa della sua crassa ignoranza finisce per avvalorare le mie tesi. Lei ignora che la FDA ha approvato questo farmaco da 8 anni?
- Le faccio presente che la problematica delle sepsi con esito mortale è venuta fuori DOPO l'approvazione della FDA, quando cioè il farmco è stato rese disponibile. Ora l'FDA è sotto pressione proprio per la presuna superficialità con cui è stata rilasciata l'autorizzaione all'uso. Non per niente la stessa FDA nel 2006 ha convocato un Workshop sul problema. Mi permetto di riportare il link per chi sia davvero interessato (http://www.fda.gov/cder/drug/infopage/mifepristone/default.htm), anche se dubito che Mr Mandelbrot ne approfitterà, visto che anzichè documentare le proprie affermazioni si limita all'offesa sterile e allo sberleffo autocompiaciuto.

Ora le chiedo: ma lei ha informazioni dirette su questo farmaco? Oppure si basa come me su informazioni disponibili su internet? Se vale la prima allora ok, la ascolterò con attenzione. Se vale la seconda, allora mi scusi tanto, ma a giudicare da come non ha capito i miei argomenti e dal tono generale dei suoi, credo proprio di essere assai più capace di lei di leggere e interpretare bene la gran messe di informazioni disponibili... pur non essendo un medico.
- guai se il mio lavoro di medico prescindesse dai dati scientifici disponibili in letteratura (la qual cosa non corrisponde banalmente alle "informazioni disponibili su internet"). A titolo informativo e sul caso specifico: io non ho MAI prescritto il farmaco in questione perchè 1. non sono un ginecologo; 2. in Italia non è disponibile al di fuori di ASL ben precise. Io, caro Mr Mandelbrot, ho cercato di fornire informazioni documentate e corrette nel mare magnum di disinformazione attulamente in circolo al riguardo della RU 486, per il semplice motivo che su internet, come Lei certamente saprà, circola tutto e il contrario di tutto.

Luigi

Anonimo ha detto...

Gentile Mr Mandelbrot,

visto che ieri mi ha dedicato 2 interventi non voglio essere da meno ;-)

Io ho cercato di contribuire al dibattito su questo bog attenendomi ai fatti, e non alle opinioni personali o ai sentimenti che mutano con le stagioni. Se in qualche passaggio sono stato brusco od offensivo mi scuso. Nel mio intervento del 5 febbraio 2008 11.41 ho già avanzato le mie riserve su un certo modo di (s)ragionare che non parte da dati reali e dimostrabili, ma da tesi preconcette (o addirittura da falsità eclatanti). In campo medico-scientifico questo approccio ideologico non ha cittadinanza alcuna. Sarebbe bello evitarlo anche in altri ambiti di discussione.

Cordialmente,

Luigi

PS
Chiedo scusa a Raffaella per i miei lunghi interventi: ovviamente come responsabile del blog è libera di decidere se pubblicarli o meno.

Utnapishtim ha detto...

Ho letto l'articolo da lei indicato.
Al tempo dell'ennesima polemica per l'introduzione di questo prodotto in italia (osteggiata dall'allora Storace) mi documentai un poco. Seppi di questi casi di infezioni mortali (incidenza 0,01 per mille), e persino di 1 caso di infarto (v. causa e correlazione statistica, a proposito del precedente argomento).
Al tempo mi bastò leggere in proposito la versione inglese di wiki, oggi leggendo qualcosa in più dai suoi link, non trovo rilevanti novità, nè motivi validi per bloccare questo farmaco che è usato in davvero tante nazioni europee.
A quel tempo mi feci persuaso che il baciapilismo iperbolico dei nostri politici avesse giocato nella faccenda un ruolo importante e fui orgoglioso di vivere in una regione che ha avviato la sperimentazione. Questa era e resta solo una mia opinione, anche se oggi trova conferma nella parola "banalizzare" che ho letto nel post.
Ma il punto centrale del contendere, come dice lei, è che i dati scientifici che lei ha presentato non sono affatto sufficienti a dimostrare alcunchè, tantomeno la falsità degli argomenti dei sostenitori della RU 486, e questa non è una opinione.
Adesso rispetto le sue opinioni, compresa quella che le fa credere che chi giudica la Ru486 migliore dell'aspirazione sia un abortista laicista mangiabimbi, compresa quella che le fa fraintendere i miei interventi, ma io intanto resto dell'idea che la sua opinione sia determinata al 90% dalle sue convinzioni religiose, che sono disposto a rispettare solo finchè non vengono imposte per legge o non vengono propalate come verità scientifiche.
La ringrazio di avermi dedicato il tempo per chiarire.

Anonimo ha detto...

Gentile Mr Mandelbrot,

provo a spiegare a chi medico non è un po' di più i termini tecnici della situazione.

L'applicazione della 194 prevede un intervento chirugico in condizioni di piena sicurezza ed asepsi per la donna che vuole abortire.

Molte ASL fanno fatica a garantire la disponibilità del ginecologo. Chi pensa male crede che laddove TUTTI i ginecologi sono obiettori in realtà una parte di loro pratica gli aborti nel privato, etc. etc... (io non ricordo casi del genere, comunque possibili).

In realtà guadagnarsi da vivere praticando aborti NON è l'aspirazione professionali di nessuno, e molti ginecologi dopo aver praticato per anni aborti nel SSN smettono, per ragioni facilmenti intuibili (non ne possono più).

La RU486, per potere essere utilizzata nel rispetto della 194, prevede il ricovero della donna, finchè l'aborto non si è compiuto (talora i tempi sono di 5-7 giorni); se l'aborto non avviene è necessario intervenire chirurgicamente. Il ricovero - ovviamente - tutela la donna dall possibili complicanze. (Le donne decedute erano state tutte mandate ad abortire a casa).

La sperimentazione di Torino di Viale, sospesa da Storace, veniva eseguita senza ricoverare le donne (in altre parole, le donne firmavano per essere dimesse "contro il parere dei sanitari", sollevando i medici da ogni responsabilità). Le assicuro che non è difficile, in tale situazione, indurre la donna a firmare...

Poi fatta una deroga, fatte 2 deroghe alla 194, si può ben intuirne la deriva: l'aborto-fai-da-te diverrebbe la norma (in contrasto - ripeto di nuovo - con l'attuale 194, utilizzando l'escamotage sopra riportato).

A volere pensare male, la RU468 risolverebbe alle ASL (che ragionano in termini aziendali) in un colpo solo 2 problemi:

1. la carenza di personale del SSN disposto ad eseguire aborti (medico, paramedico, sale operatorie, etc.)

2. consentirebbe alle ASL notevoli risparmi economici, a condizione che l'aborto avvenga fuori dall'ospedale, per banali ragioni di bilancio: l'aborto chirurgico prevede un ricovero di 12-24 ore, l'aborto chimico una degenza molto più lunga, per le ragioni sopra esposte, e talora deve essere praticato anche l'intervento chirurgico.

A questo punto, spero che anche Lei Mr Mandelbrot converrà con me che la tutela e la salute della donna NON PUO' ESSERE la principale preoccupazione di chi sostiene la RU486.

Il mio punto rimane esclusimante medico-sanitario, senza ulteriori riflessioni etiche (pur importanti, ma a prescindere dalla tecnica abortiva scelta).

Queste sono le ragioni che da medico invito tutti a considerare prima di emettere giudizi.

Cordialmente,

Luigi

Utnapishtim ha detto...

grazie ancora per la chiarezza e per le informazioni che ha dato, alla luce delle quali occorre che riveda le mie opinioni.
Saluti.

Anonimo ha detto...

Grazie a lei Mr Mandelbrot,

che ha avuto la pazienza (e il coraggio) di ascoltare,

virtù tutt'altro che frequente di questi tempi ;-)

Luigi