7 febbraio 2008

Rosso "malpela" il razzismo inaccettabile nei confronti del "teutonico" Ratzinger (non se ne può più...!)


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Leggiamo prima l'articolo citato da Rosso Malpelo e poi la sacrosanta "malpelata".
R.

Le parole di Tettamanzi

Non avrà l'appeal "laico" del gesuita torinese, Carlo Maria Martini, che lo ha preceduto.
E non sarà affascinante e raffinato, teologicamente parlando, come lo è Joseph Ratzinger salito al soglio pontificio Benedetto XVI.
Non sarà brillante nei modi di fare né finissimo nelle parole scritte e proferite, Dionigi Tettamanzi, ma è pur sempre l'arcivescovo di Milano, la diocesi cattolica più estesa del primo mondo, e le sue parole proferite l'altro ieri, in occasione della giornata della vita, meritano almeno di essere ricordate. Toni pacati e insieme vibranti, un'omelia sentita eppure non crociatara, un richiamo alla dottrina della Chiesa ma anche attenzione ed esplicito equilibrio nel giudizio. Ha detto chiaramente, Dionigi Tettamanzi, che la vita umana va tutelata e difesa in tutte le sue forme, ma - come hanno sottolineato unanimi le cronache - non ha mai citato la legge 194. Sui riferimenti alla legge e più in generale all'attività dei legislatori è stato cauto, attento. Sono sembrate rivolte alle donne le parole delicate rivolte alle scelte drammatiche, alla fasi più difficili della vita di ciascuno. In particolare, non può sfuggire a nessuno il richiamo aperto rivolto ai cattolici: «Siamo sicuri di aver fatto abbastanza?». Siamo sicuri, parafrasando altre parole del Cardinale, di essere stati abbastanza credibili e forti nell'affrontare il drammatico tema della vita umana continuamente calpestata e violata?

Nelle parole di Tettamanzi, probabilmente, c'è molto del cattolicesimo milanese e ambrosiano che tante volte, nell'abbraccio romano-teutonico di questi anni, sembra perdersi e perdere di peso.

C'è pragmatismo e tatto, fermezza nel rapporto con la propria fede ma anche rispetto del cammino e delle vite degli altri. Tutte cose che Tettamanzi ha fatto bene a mettere nel suo discorso, in giorni tanto delicati e con una campagna elettorale in cui, ne siamo certi, in molti nomineranno il nome della Vita invano.

© Copyright Il Riformista, 5 febbraio 2008

Questa insistenza sulla nazionalita' del Papa puzza di razzismo malcelato. Fra l'altro non mi pare che noi Italiani possiamo permetterci di giudicare gli altri, soprattutto in questo momento storico. Benedetto XVI e' il Papa, non il Papa teutonico, non il Papa tedesco. Cerchiamo di rassegnarci, cari giornalisti!
La contrapposizione fra Benedetto e Tettamanzi fa ridere...quando mai il Papa ha citato la 194? Suvvia...
Pienamente d'accordo sul fascino teologico di Joseph Ratzinger
.
R.

Lupus in pagina

a cura di Rosso Malpelo - Gianni Gennari

Emergenza rifiuti anche in pagina

"Il Riformista" potrebbe essere fonte preziosa di notizie e opinioni, ma talora annega subito nel fango dei pregiudizi. "Le parole di Tettamanzi" (5/2, p. 4): coro di lodi all'omelia dell'arcivescovo di Milano domenica, Giornata della Vita, ma in aperta contrapposizione all'Angelus del Papa.
Da Tettamanzi «parole pacate e insieme vibranti, omelia sentita eppure non crociatara, richiamo alla dottrina della Chiesa (per cui) la vita umana va difesa in tutte le sue forme ma " come hanno sottolineato unanimi le cronache " non ha mai citato la 194 e si è rivolto alle donne con parole delicate».

Dal Papa all'Angelus l'opposto: «l'abbraccio romano-teutonico» (Cei e Papa tedesco) che stritola tutto, anche «in giorni tanto delicati e con una campagna elettorale in cui, ne siamo sicuri, in molti nomineranno il nome della Vita invano». Viva la pietà e delicatezza cristiana esemplare di Tettamanzi, e abbasso la "crociata" spietata e contro le donne, tutta interessi di bottega maschile e clericale di Papa e Cei!

Stop? Sì, per tutti, salvo per chi cerca, disponibili per tutti, l'ampia omelia del cardinale e il breve discorso dell'Angelus, e scopre che il Papa ricorda anzitutto la Giornata dedicata alla "vita consacrata" di religiosi e religiose, e solo poi, brevemente e tranquillo, quella "della Vita", «tutta da accogliere e da custodire, senza clamori e con grande dedizione, ancor più quando essa è fragile».

Toh! Parole sentite e per niente "crociatare", e non cita mai la 194, proprio come Tettamanzi. E allora? Le «unanimi cronache» erano bugie e l'acqua del "Riformista" subito fango: rifiuti indifferenziati in edicola.

© Copyright Avvenire, 7 febbraio 2008

3 commenti:

Luisa ha detto...

"E non sarà affascinante e raffinato, teologicamente parlando, come lo è Joseph Ratzinger....".....diventato Benedetto XVI (questo lo aggiungo io..)

Basta questa frase per capire con che farina è impastata questa focaccia insipida e secca !
Sì mi piace il "teologicamente parlando"....è più che chiaro che i millioni di persone che accorrono per ascoltare e vedere il Santo Padre lo fanno per il suo "fascino teologico" tutto teutonico! Ma per carità, BASTA, che noia, che barba!
Ci vuole tutta la malafede di un giornalista per arrivare a paragonare le parole di Tettamanzi con quelle di Benedetto XVI!
Non se ne può più....

Giocando fuori casa...qualcuno può spiegarmi dove colloco il Riformista sullo scacchiere politico-giornalistico?

Anonimo ha detto...

Ciao Luisa, il Riformista si colloca nell'aerea del partito democratico ed affini :-)
Rodari e' un vaticanista bravissimo, ma e' una piacevole eccezione in quel quotidiano.

euge ha detto...

Il razzismo verso il Papa e questo Papa in particolare per gli ovvi motivi che sappiamo, sta veramente superando il limite della umana ed anche forse sovrumana sopportazione. Già dal primo giorno dopo l'elezione, cominciarono a circolare quelle deprecabili frasi che lo incolpavano di essere tedesco e di essere nato in un momento poco felice della storia. Tutti dicevano: " e' freddo scostante " ultimamente qualcuno ha osato in casa mia definirlo " scassapalle" ecco a questo punto di mancanza di rispetto e di educazione siamo arrivati. Vorrei sottolineare per giunta che quella frase così ignobile che ho riportato, è stata pronunciata in casa mia il giorno di S. Stefano da una tipa laureata e molto probabilmente fra poco preside di una scuola. Io non tollero più queste forme violente e ingiuriose verso il Papa; non è una colpa essere tedeschi, non è una colpa avere un carattere diverso da un'altro e non è certo colpa sua se ha avuto la sventura di nascere in un momento storico di cui tutti noi abbiamo pagato le conseguenze. Possibile che ogni giorno si debba sopportare un simile attacco ad una persona che ama tutti indistintamente e che cerca di far capire alla stragrande maggioranza di noi che la vita ha un senso, che l'uomo ha un senso e che è stato creato per un motivo per un disegno più grande di noi; e poi dov'è questa freddezza? Guardate le repliche delle udienze, guardate con che modo dolce e sempre disponibile il Santo Padre si avvicina salutando, sorridendo ed accarezzando i piccoli con una tenerezza senza limiti. L'arido, il freddo, il distaccato non è lui ma, tutta quella gente che pensa che un Papa debba essere simile ad un giullare per essere ascoltato, amato ed apprezzato. Voglio ancora una volta riportare la frase Tonini disse dopo l'elezione di Benedetto XVI:
" AMIAMO QUEST'UOMO NON FACCIAMO COME CON PAOLO VI CHE EBBE L'UNICO TORTO DI NON AVERE LO STESSO VOLTO DI GIOVANNI XXIII" Riflettiamo su questa frase e smettiamola di considerare questo Papa il prototipo della freddezza, dell'intolleranza fautore dell'era medievale. Ripeto non è lui il medievale ma, chi giudica sulle apparenze e sulla futilità.