22 luglio 2008

Sydney, memorabile evento ecclesiale globale, passa il testimone a Madrid 2011 (Avvenire)


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LA CONSEGNA DI QUESTA GMG ALLA SUCCESSIVA

NON LASCIARSI INGHIOTTIRE DALL’«IDEOLOGIA RELATIVISTA»

MIMMO MUOLO

Quando si conclude una Giornata mondiale della gioventù viene spontaneo chiedersi quale ne sia stata la nota dominante o quella più o­riginale.
Sydney 2008 potrebbe a pri­ma vista essere parsa molto simile ad altri appuntamenti, come quello di Denver (1993) o di Toronto (2002), an­ch’essi ambientati sullo sfondo di grandi metropoli contemporanee, ap­parentemente distratte, se non im­permeabili al Vangelo. In realtà, la pri­ma Gmg in terra australiana ha detto qualcosa di più rispetto a quei pur si­gnificativi appuntamenti. Sia dal pun­to di vista della Chiesa, sia per quanto riguarda i suoi giovani protagonisti.
Benedetto XVI in particolare ha mo­strato che l’appuntamento di Colonia 2005, ereditato dall’agenda di Giovan­ni Paolo II, non era solo un doveroso omaggio di inizio pontificato al suo a­mato predecessore. Papa Ratzinger crede oggi alle Gmg almeno quanto il Pontefice che le ha inventate (e che dal Cielo – c’è da crederlo – ora continua ad assisterle).
Crede alla loro forza e­vangelizzatrice, alla capacità che han­no insita di trasformare le giovani co­scienze e immettere linfa vitale nella vita pubblica, perché i giovani sono og­gi strategici per qualunque società; per di più saranno gli adulti di domani, e dunque la speranza di un mondo nuo­vo e diverso, dove «la vita sia accolta e non temuta», dove l’ambiente sia ri­spettato e dove la pace trionfi sui con­flitti che ancora insanguinano il pia­neta, passa attraverso il loro coinvol­gimento e la loro concreta formazione. I giovani, come ha confermato il suc­cesso della Gmg australiana, questo lo hanno afferrato appieno. Ogni Papa ha la sua personalità. Ma vista l’esperien­za di Colonia prima e di Sydney ades­so, e ripensando alle Gmg di Giovanni Paolo II, viene spontaneo dire che en­trambi hanno impresso il meglio di sé proprio nelle Giornate mondiali della gioventù. Il che non deve stupire se si pensa alla capacità 'maieutica' pro­pria dei giovani, ruolo che riescono a svolgere anche rispetto ai successori del Pescatore di Galilea. Ed è in forza di questo impegno senza riserve che tali giornate ormai non appartengono più ad un solo Pontefice, ma come sot­tolineava ieri l’arcivescovo di Sydney George Pell, «sono diventate un pun­to di riferimento nella storia della Chie­sa ». Benedetto XVI ne ha offerto in manie­ra palpabile la dimostrazione, affron­tando nonostante i suoi 80 anni e più un volo così lungo e faticoso, tanto da confidare esplicitamente ai giovani la sua umanissima «apprensione» nel compierlo. Egli si è speso completa­mente e si è spinto il più lontano pos­sibile, nel cuore di un Paese profonda­mente secolarizzato. Specialista anche lui delle missioni più difficili. L’ha fat­to per offrire a quanti lo seguivano fi­no a lì la premura di una presenza pa­terna – dono già di per sé prezioso – insieme a un magistero di grande con­sistenza teologica e spirituale.
Il risultato è stato straordinario. In ter­mini numerici (i 350mila di Sydney, vi­ste le distanze e i costi, valgono sicu­ramente i numeri a sette cifre di al­tre edizioni), ma anche e soprattut­to sotto il profilo programmatico. C’è una persistenza, in questo, straordi­naria da parte dei due ultimi Papi. Chi non ricorda le ardue omelie che Giovanni Paolo II puntualmente of­friva in occasioni come queste, a co­minciare dal primo raduno giovani­le da lui promosso per la domenica delle Palme 1984? Oggi, il Papa teo­logo e pastore, nel viaggio più lungo del suo pontificato, ha offerto ai gio­vani le chiavi di lettura aggiornate e dunque più penetranti in ordine ad un confronto non soccombente con la post-modernità, all’interno di so­cietà secolarizzate come quella au­straliana, nelle quali è decisivo non lasciarsi inghiottire da quella che lui stesso ha chiamato «l’ideologia rela­tivista ». Ed è proprio qui il tratto di maggiore originalità di questa Gmg «degli an­tipodi ». Una pista di lavoro che già si proietta su Madrid 2011, e indica la direzione di marcia dei prossimi tre anni.

© Copyright Avvenire, 22 luglio 2008

4 commenti:

Scenron ha detto...

Cara Raffalla, nel link che ti posto sotto, le ultime novità riguardanti la visita di Papa Joseph a Cagliari:

http://lavignadelsignore.blogspot.com/2008/07/il-papa-cagliari-confermato-il.html

Un saluto :D

Raffaella ha detto...

Grazie :-)))
Segnalo subito.
Complimenti per il tuo bellissimo lavoro :-)
R.

Anonimo ha detto...

Ciao Raffa, non so se hai letto sulla Stampa.it l'articolo di Kung sul Papa..... Lo ritenevo un teologo degno di considerazione ma adesso mi è caduto di grazia. Dimostra di sapere poco e male e pretende di insegnare al Papa come fare il suo mestiere. Terribile un passaggio quando afferma che il Papa non conosce la Riforma (luterana). Non so se lo afferma con convinzione o prima di scrivere l'articolo si è fatto un bicchieretto di grappa. Non mi dilungo in considerazioni perchè ho la mattinata piena ma puoi farti qualche risata di gusto andando a vedere, non so come si fa il link ma sei brava e riuscirai a trovare quanto ho accennato.

Raffaella ha detto...

Ciao Don, ho letto...ho letto!
In questi ultimi mesi Kung manca della minima originalita'!
Puo' darsi che metta il link all'articolo giusto per sorridere un po' e per evidenziare il fatto che "La Stampa" ha dato piu' spazio a Kung che al Papa...
:-)