2 febbraio 2008
Il Papa: il sacerdozio, avventura meravigliosa
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Il Papa: il sacerdozio, avventura meravigliosa
DA ROMA SALVATORE MAZZA
Fare il prete? Fuori moda. E anche di più. Perché davvero «può sembrare che la vita del sacerdote non attiri l’interesse della maggioranza della gente». In realtà, «si tratta dell’avventura più interessante e più necessaria per il mondo, l’avventura di mostrare e rendere presente la pienezza di vita a cui tutti aspirano».
Il vescovo di Roma parla agli aspiranti sacerdoti del 'suo' Seminario Maggiore. E sottolinea quanto esaltante sia la loro scelta di un’avventura che, oltre a essere interessante e necessaria, è tuttavia anche «un’avventura molto esigente; e non potrebbe essere diversamente, perché il sacerdote è chiamato a imitare Gesù». Ma sempre e comunque «avventura meravigliosa», nella quale hanno finito per trovarsi «partecipi» anche i genitori e i familiari dei seminaristi. Ai quali dice: «Probabilmente voi siete i più sorpresi di tutti per quanto è accaduto e sta accadendo nei vostri figli. Avevate forse immaginato per loro una missione diversa da quella per la quale si stanno ora preparando ». Questo perché «è inevitabile che la vocazione dei figli in qualche modo diventi vocazione anche dei genitori. Cercando di capirli e seguendoli nel loro percorso, anche voi, cari papà e care mamme, molto spesso vi siete trovati coinvolti in un cammino nel quale la vostra fede è andata rafforzandosi e rinnovandosi».
Proprio un incontro di famiglie quello che, ieri sera, ha visto gli studenti del Seminario romano maggiore e i loro familiari ricevere la visita di Benedetto XVI, accolto dal cardinale vicario Camillo Ruini, dai vescovi ausiliari e dal rettore monsignor Giovanni Tani. «Chissà quante volte – ha chiesto Papa Ratzinger alle mamme e papà presenti, nell’omelia pronunciata dopo la recita dei Vespri, alla vigilia della Festa della Madonna della Fiducia – vi trovate a riflettere su di loro: ripensate a quando erano bambini e poi ragazzi; alle volte in cui hanno mostrato i primi segni della vocazione; oppure, in qualche caso, al contrario, agli anni in cui la vita di vostro figlio appariva lontana dalla Chiesa. Che cosa è accaduto? Quali incontri hanno influito sulle loro scelte? Quali luci interiori ne hanno orientato il cammino? Come hanno potuto abbandonare prospettive di vita anche promettenti?». La risposta, per il Pontefice, sta proprio nel guardare alla fiducia di Maria, che come il Vangelo «ci fa comprendere» molte volte «si è trovata a farsi tante domande sul suo Figlio Gesù e a meditare a lungo su di lui».
Quindi, rivolgendosi agli aspiranti al sacerdozio, Benedetto XVI ha sottolineato come «questi anni di formazione costituiscono un tempo importante per prepararvi all’esaltante missione a cui il Signore vi chiama».
E, in proposito, ha voluto sottolineare in particolare «due aspetti che caratterizzano la vostra attuale esperienza». Anzitutto gli anni del Seminario, ha detto, «comportano un certo distacco dalla vita comune, un certo 'deserto', perché il Signore possa parlare al vostro cuore. La sua voce infatti non è rumorosa, ma sommessa, è voce del silenzio. Per essere ascoltata richiede quindi un clima di silenzio. Per questo il Seminario offre spazi e tempi di preghiera quotidiana; cura molto la liturgia, la meditazione della Parola di Dio e l’adorazione eucaristica. Al tempo stesso, vi chiede di dedicare lunghe ore allo studio: pregando e studiando, potete costruire in voi l’uomo di Dio che dovete essere e che la gente attende che il sacerdote sia».
Il secondo aspetto è invece quello comunitario che la vita in seminario comporta. Aspetto «di grande importanza», ha rilevato Papa Ratzinger: «Gli Apostoli si sono formati insieme, seguendo Gesù. La vostra comunione non si limita al presente, ma riguarda anche il futuro: l’azione pastorale che vi attende dovrà vedervi agire uniti come in un corpo, in un ordo, quello dei presbiteri, che col vescovo si prendono cura della comunità cristiana. Amate questa 'vita di famiglia', che per voi è anticipazione di quella 'fraternità sacramentale' che deve caratterizzare ogni presbiterio diocesano».
«Tutto questo – ha concluso – ricorda che Dio vi chiama ad essere santi, che la santità è il segreto del vero successo del vostro ministero sacerdotale. Fin d’ora la santità deve costituire l’obiettivo di ogni vostra scelta e decisione».
© Copyright Avvenire, 2 febbraio 2008
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