1 febbraio 2008
«Cause dei santi, una bussola per le diocesi». Saraiva Martins: con la nuova «Istruzione» inchieste locali sempre più rigorose
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Colloquio sul documento diffuso prima di Natale Il cardinale fa anche il punto su alcuni iter – da Pio XII a «Nennolina» – e sulla ricognizione ed esposizione delle spoglie mortali di Padre Pio
«Cause dei santi, una bussola per le diocesi»
Saraiva Martins: con la nuova «Istruzione» inchieste locali sempre più rigorose
DA ROMA GIANNI CARDINALE
La nuova «Istruzione per lo svolgimento delle inchieste diocesane e eparchiali nelle cause dei santi» intitolata Sanctorum Mater (Madre dei Santi) deve ancora essere presentata ufficialmente ma già ha fatto parlare molto di sé. Il documento, diffuso prima di Natale sugli Acta Apostolicae Sedis, ha suscitato molte attese e molta attenzione sia da parte della stampa, sia da parte delle diocesi che sono le destinatarie del documento in questione. Per avere ulteriori ragguagli sull’argomento, ma anche per sapere qualcosa in più sui prossimi candidati all’onore degli altari, abbiamo posto alcune domande al cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle cause dei santi che ha emanato, appunto, la Sanctorum Mater.
Eminenza, quali sono le novità stabilite da questa nuova Istruzione?
Con questo documento abbiamo inteso chiarire le disposizioni vigenti, facilitarne l’applicazione e indicare concretamente i modi della loro esecuzione sia per le cause antiche, che si basano solo su documenti, che per quelle recenti, che si basano anche su testimonianze de visu. In pratica vengono illustrate con grande accuratezza tutte le procedure che le diocesi devono seguire nelle inchieste riguardanti la fama di santità, il presunto martirio e i presunti miracoli.
L’Istruzione poi mette molta enfasi sul fatto che una causa diocesana può iniziare solo nel caso esista una fama di santità spontanea, non artificiosamente procurata, stabile e ampiamente diffusa. Perché questa enfasi?
Il Papa alla nostra plenaria del 2006 ci ha detto: «È chiaro che non si potrà iniziare una causa di beatificazione e canonizzazione se manca una comprovata fama di santità, anche se ci si trova in presenza di persone che si sono distinte per coerenza evangelica e per particolari benemerenze ecclesiali e sociali». In questo senso è grande il ruolo riservato ai laici. Sono loro infatti i testimoni principali della fama di santità.
Lei ha affermato che nelle cause di beatificazione è «necessario procedere con ancor maggiore cautela e con più accuratezza ». Vuol dire che nelle diocesi ora questo non avviene?
Non vorrei dire questo. Diciamo che questa Istruzione presenta in maniera organica quello che la Congregazione ha ripetuto continuamente in questi ultimi anni rispondendo a singoli quesiti e chiarimenti richiesti dalle varie diocesi.
Ma le piccole diocesi o le diocesi del Terzo mondo hanno gli strumenti per ottemperare a tutte le disposizioni previste?
Certamente ci saranno delle diocesi che possono incontrare qualche difficoltà a riguardo. Il nostro invito è riferirsi o associarsi ad altre diocesi vicine per creare delle strutture adeguate alla bisogna.
Eminenza permette ora alcune domande su alcune cause di beatificazione in particolare?
Vediamo.
La causa di Pio XII, dopo il voto positivo espresso unanimemente dal Congresso ordinario della Congregazione sulle virtù eroiche, è stata davvero dilazionata o accantonata?
Tecnicamente non è stata dilazionata, né tantomeno accantonata. Quest’anno cade il 50° anniversario della morte di papa Pacelli, per questo saranno promosse varie iniziative tra cui anche quella di una più approfondita ricerca negli Archivi vaticani, che non potrà non giovare alla causa di Pio XII.
In Francia c’è grande attesa per la beatificazione dei genitori di santa Teresina di Lisieux, i venerabili Luigi Martin e Azelia Guerin, le cui virtù eroiche vennero decretate nel 1994. È davvero così imminente?
Purtroppo questo avvenimento non è ancora da considerarsi imminente. C’è un presunto miracolo, accaduto ad un bambino neonato di Monza nel 2002, che è stato già studiato dalla commissione medica ma deve passare ancora all’esame dei teologi. Quando sarà si tratterà di un avvenimento di grande risonanza nella Chiesa universale, dovuta anche alla larghissima devozione per la figlia diffusa nel mondo intero.
E la causa del cardinale John Henry Newman a che punto è?
La commissione medica della Congregazione deve studiare un presunto miracolo accaduto ad uomo di 61 anni nel 2000 in un ospedale situato nel territorio dell’arcidiocesi di Boston degli Stati Uniti. Quindi ci vorrà il suo tempo. Se sarà approvato la sua beatificazione sarà certamente un fatto di enorme importanza in campo ecumenico.
Quali sono le cause che riguardano più da vicino la Chiesa italiana che risultano più vicine alla conclusione?
Siamo in attesa, per febbraio, di un concistoro per la canonizzazione di quattro beati, tra cui c’è il sacerdote napoletano Gaetano Errico, fondatore dei Missionari dei Sacri Cuori. Sono poi allo studio dei medici alcuni presunti miracoli attribuiti all’intercessione, tra gli altri, di Armida Barelli, fondatrice della Gioventù femminile dell’Azione cattolica, e di Antonietta Meo, detta «Nennolina», la bambina romana di cui il Papa ha decretato a dicembre il riconoscimento delle virtù eroiche, aggiungendo: «Spero che la sua causa di beatificazione possa presto concludersi felicemente». È allo studio dei teologi, poi, il presunto martirio di Odoardo Focherini, limpida figura di laico cristiano e padre di famiglia, morto nel campo di concentramento nazista di Hersbruk nel 1944.
L’Istruzione «Sanctorum Mater» ha anche una appendice che riguarda la «Ricognizione canonica delle spoglie mortali di un servo di Dio». A dire il vero il testo si occupa anche della ricognizione e del trasferimento delle reliquie dei santi e dei beati. Cosa ci può dire riguardo alla ricognizione delle spoglie di san Pio da Pietrelcina?
A questa Congregazione è arrivata la richiesta della diocesi competente, quella di Manfredonia, per concedere il nulla osta alla ricognizione e alla esposizione per un congruo periodo delle spoglie mortali di san Pio. Dopodiché – ci è stato comunicato – le spoglie verranno riposte nel luogo più appropriato, senza specificare dove.
Non sapete quindi se le spoglie di san Pio verranno riposte nell’antico santuario oppure nel nuovo?
Non spetta a questa Congregazione decidere in un senso o nell’altro, ma all’arcivescovo locale. Noi potremmo intervenire solo se le spoglie venissero conservate in un luogo non degno. Ma non mi sembra questo il caso.
© Copyright Avvenire, 1° febbraio 2008
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