7 febbraio 2008

Clamoroso flop della tavola rotonda contro il Papa: solo una trentina di studenti, un pugno di docenti ma tanti giornalisti :-)


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di BEATRICE NENCHA

Solo una trentina di studenti, un pugno di docenti, ma tanti giornalisti hanno seguito, ieri mattina nell'aula Calasso di Giurisprudenza, la tavola rotonda organizzata dai Giovani di Sinistra critica insieme ai firmatari dell'Appello di solidarietà.

Sottoscritto on-line da circa 1500 tra docenti e studenti della Sapienza, per esprimere il proprio "diritto di dissenso" dopo la polemica sulla mancata visita del Papa all'inaugurazione dell'Anno accademico dell'Ateneo, lo scorso 17 gennaio. Un mezzo flop l'iniziativa, a cui hanno partecipato il professore Angelo d'Orsi, docente di Storia del pensiero politico all'Università di Torino nonché promotore dell'appello, e Carlo Cosmelli, fisico della Sapienza e firmatario della lettera dei 67 docenti dello scorso novembre.

Ma ieri, oltre alla scarsa partecipazione, sono emersi i tanti distinguo che animano questo movimento di "laicisti duri e puri", che va dalla sinistra studentesca a insigni cattedratici e ricercatori.

Per D'Orsi il problema è la «carenza di laicità nella vita pubblica è una delle profonde anomalie della società italiana». Ma confessa, nonostante il volantino inviti ad aderire alla manifestazione nazionale di sabato prossimo "No Vat", con un po' di imbarazzo, di non aderirvi. Così come configgente è la posizione sulle misure di sicurezza, volute dal rettore Guarini durante l'inaugurazione, che Giorgio Sestili, del Coordinamento collettivi studenteschi, definisce «una vergognosa militarizzazione dell'Università». Mentre per Cosmelli si è trattato di «un atto normale da parte del rettore, dal punto di vista dell'ordine pubblico, nel caso ci fossero ingerenze esterne». Su un punto, invece, quasi tutti ormai concordano.

Eccetto il portavoce dei Collettivi, che rivendica l'assenza di Benedetto XVI come «una enorme vittoria, sebbene il Vaticano ne sia uscito rafforzato», persino i firmatari degli appelli la ritengono, a posteriori, una «sconfitta per il messaggio che è passato: ossia che volevamo censurare il Papa».

A sorpresa, Cosmelli confessa: «Ci abbiamo pensato ad invitare il Pontefice in ateneo, magari in un convegno su fede, ragione e scienza. Avere un contraddittorio col Papa non è banale». E D'Orsi, che nel suo intervento auspica una «moratoria anti Ferrara e Vespa», aggiunge: «Ci sono alcune interpretazioni che ritengono che tutta questa vicenda sia stata una trappola per delegittimare il governo Prodi. Guarda caso, poco dopo è scoppiato il caso Mastella». Di «sconfitta colossale» parla invece Nicola Stacchietti, 20 anni, secondo cui «sarebbe stato meglio lasciare intervenire il Papa e poi organizzare una pacifica contestazione. Le vere vittime, alla fine, siamo state noi studenti». Tuttavia il movimento dei "prof ribelli" potrebbe presto assumere un'impronta più politica. «Vorrei dare vita a qualcosa di meno estemporaneo, penso a un partito intellettuale - ammette il docente torinese - per una riscossa della società italiana contro la superclasse del Vaticano».

© Copyright Libero, 7 febbraio 2008

:-))))))))))))))))))))))))
Che flop...

R.

1 commento:

Luisa ha detto...

Che bella parola la "superclasse" del Vaticano !
Decisamente questi insigni personaggi ci tendono la corda per essere .....
Sì è vero il Vaticano in questa faccenda ha fatto prova di una grande superclasse, e voi miei cari, di una grande, immensa mediocrità se non volgarità!