29 febbraio 2008

Intervento della Congregazione per la Dottrina della Fede sull'uso corretto della formula battesimale (Radio Vaticana)


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Intervento della Congregazione per la Dottrina della Fede sull'uso corretto della formula battesimale

E' stato reso noto oggi un intervento della Congregazione per la Dottrina della Fede in risposta ai dubbi sollevati riguardo alla validità del Battesimo conferito con due nuove formule in lingua inglese, utilizzate nell’ambito della Chiesa cattolica. Il servizio di Pietro Cocco.

Il problema non è linguistico, ma coinvolge il contenuto della fede cattolica. Infatti in alcuni Paesi di lingua inglese sono state utilizzate due formule che non corrispondono alle parole contenute nel Vangelo e riferite al comando di Gesù: andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole “nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.

Le formule nuove in inglese, utilizzate in alcuni casi, risultano invece queste, nella traduzione italiana: la prima formula, “io ti battezzo nel nome del Creatore, e del Redentore e del Santificatore”; la seconda, “io ti battezzo nel nome del Creatore, e del Liberatore, e del Sostenitore”.

Due formule non valide, secondo la Congregazione per la Dottrina della Fede, perché non rispettano la volontà di Cristo, e non contengono l’invocazione della Santissima Trinità, con l’espressione distinta delle tre Persone con i rispettivi nomi. Il Magistero della Chiesa ha insegnato ripetutamente lungo i secoli le esatte parole per il Battesimo cristiano. Per questo la Congregazione riafferma che la diffusione di espressioni che invalidano il conferimento di un vero battesimo non può essere tollerata, né minimizzata. Il Battesimo, “lavacro di rigenerazione e di rinnovamento dello Spirito Santo”, è uno dei doni più preziosi di cui il Signore ha arricchito la sua Chiesa. E’ per mezzo di esso che “ siamo liberati dal peccato e rigenerati come figli di Dio, diveniamo membra di Cristo; siano incorporati alla Chiesa e resi partecipai della sua missione”, come ricorda il Catechismo della Chiesa cattolica.

Le parole che si usano nelle formule, come già dicevano san Tommaso d’Aquino e sant’Agostino, sono efficaci nei sacramenti non semplicemente perché sono pronunziate, ma perché esprimono ciò che è oggetto di fede.

Le nuove formule, che usano designazioni delle Persone Divine diverse da quelle bibliche, provengono dalla cosiddetta teaologia femminista. Evitano così di dire Padre e Figlio, ritenute parole maschiliste, sostituendole con i nomi di Creatore, Redentore, Liberatore. Ma così facendo sovvertono la fede nella Trinità. La Congregazione per la Dottrina della Fede invita dunque i pastori a vigilare anche su eventuali nuove formule fuorvianti. E ricorda la rilevanza ecumenica di garantirne il corretto conferimento, in forza del quale ci chiamiamo cristiani. Se una comunità perde il vero Battesimo, fa un grande salto indietro nel cammino ecumenico e si allontana dalla piena comunione che Gesù vuole e che la Lettera di san Paolo agli Efesini esprime molto bene: “un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti.” (Ef 4, 5-6)

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1 commento:

Gianpaolo1951 ha detto...

Basterebbe ripristinare l’uso delle formule in latino per i sacramenti e tutto sarebbe risolto!
Dio solo sa, quanti guasti ha prodotto l’introduzione della lingua “volgare” nella liturgia!!!