16 agosto 2008
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Maria segno di sicura speranza e consolazione: sulle parole del Papa, ieri alla Festa dell’Assunta, la riflessione dell’arcivescovo prelato di Loreto, Tonucci, e dell’arcivescovo della Madre di Dio a Mosca, Pezzi
“Davanti al triste spettacolo di tanta falsa gioia”, Maria ci insegna ad essere “segni di speranza e consolazione”. E’ uno dei passaggi più significativi dell’omelia tenuta ieri da Benedetto XVI nella Messa a Castel Gandolfo per la Festa dell’Assunta. Il Papa ha sottolineato che, nei momenti di difficoltà, Maria è segno di “sicura speranza”. Un passaggio sul quale Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione dell’arcivescovo prelato di Loreto, Giovanni Tonucci:
R. – Il Santo Padre si dimostra Maestro di fede con parole semplici, facili da capire però esprimendo concetti molto ricchi e profondi, guardando a Maria come un segno di infinita ricchezza, dal quale ogni volta riusciamo a trarre nuove ispirazioni. Maria come risposta alle angosce di questo tempo, la sua serenità nel darsi completamente a Dio, quindi qualcuno che ci mostra – dice il Papa – la strada della felicità. Ci fa capire come, attraverso la fedeltà alla chiamata di Dio, possiamo realmente rispondere a quella che è la nostra vocazione umana. In qualche modo, diventa un esempio per tutti noi perché quello che Maria è stata in maniera straordinariamente unica, ciascuno di noi può esserlo attraverso la chiamata che il Signore ci dà per essere in qualche modo anche noi strumenti utili per l’affermazione della redenzione nel mondo.
D. – Benedetto XVI, ieri all’Angelus, ha già rivolto lo sguardo a Lourdes, dove si recherà ormai tra meno di un mese per celebrare il 150.mo delle apparizioni mariane. Quali frutti spirituali possiamo aspettarci da questo speciale pellegrinaggio del Papa?
R. – A Lourdes già si vive questa attesa. Con dei pellegrini di Loreto io sono stato meno di una settimana fa a Lourdes e ho visto la bellezza di questo santuario che si sta preparando alla visita del Papa. Il messaggio che il Papa dà attraverso questo suo gesto è un messaggio che parla di devozione, parla di semplicità, parla di silenzio e parla di riflessione su questo fatto avvenuto 150 anni fa, attraverso poche apparizioni – 18 appena – poche parole, ma tutte così ricche e pesanti, che ancora oggi il messaggio di Lourdes ha un valore. Guardando a Lourdes e al Papa da Loreto, a me piace pensare che là la Madonna si è proclamata “Immacolata Concezione” e il Concepimento di Maria è avvenuto nella Casa di Loreto. Quindi, ecco, sento questo evento come qualche cosa che avvicina unicamente i due santuari e li avvicina tutti al Magistero del Papa, il quale anche adesso crede necessario – giustamente necessario – ribadire questa vocazione mariana della Chiesa come un appello che guarda ad un futuro da costruire nell’amore e nella pace.
E proprio ieri, durante una conferenza stampa di presentazione della visita del Papa in Francia, il vescovo di Tarbes e Lourdes, Jacques Perrier, ha affermato che sono attesi oltre 200 mila fedeli per la Messa presieduta da Benedetto XVI, domenica 14 settembre, in occasione del 150.mo anniversario delle apparizioni mariane. Ma torniamo alla Festa dell’Assunta, nella quale il Pontefice ha ricordato che Maria è davvero la “porta del Cielo”, un cielo non di idee astratte “ma della vera realtà, che è Dio stesso”.
La riflessione dell’arcivescovo della Madre di Dio a Mosca, Paolo Pezzi, intervistato da Alessandro Gisotti:
R. – Maria è realmente la Porta del Cielo, perché in lei vediamo compiuta l’umanità, così come Dio l’ha creata. Nel suo bellissimo inno alla Vergine, Dante dice tra l’altro che la Madonna è “vivace fontana di speranza”: questo è proprio ciò che noi possiamo forse più di tutto vedere nella Madonna, innanzitutto nella sua disponibilità al mistero di Dio, la sua semplicità che l’ha resa disponibile al mistero di Dio e perciò in questo modo l’ha resa per noi non solo un esempio, ma Colei che ci accompagna lungo il cammino della vita.
D. – Come Maria, Porta del Cielo, può diventare ora ponte verso la piena comunione tra cattolici ed ortodossi?
R. – Io penso che innanzitutto noi dobbiamo guardare nella Madonna questa sua disponibilità al disegno di Dio. Anche noi siamo chiamati ad avere questa disponibilità. Allora il desiderio di una piena comunione e i passi necessari, anche, per questa piena comunione, ci diventeranno come buon pane da mangiare. Penso che innanzitutto la Madonna possa essere un ponte per noi, per il nostro cammino verso la piena comunione, proprio perché ci richiama ad un “sì” detto al mistero di Dio, a un “sì” che diventa – diciamo così – operativo.
D. – Il Papa ieri ha esortato i fedeli a seguire Maria per essere segni di speranza in un mondo angosciato dal dolore. Pensiamo anche a quanto succede in questi giorni nel Caucaso: Maria, Regina della Pace…
R. – Sì, certamente. Penso proprio al dolore, alla fatica e al bisogno che in queste ore toccano i nostri popoli; mi colpisce come anche in queste ore, senza una particolare pubblicità nei giornali, ci sia stato chi ha saputo farsi carico di questo bisogno, di questo dolore e di questa fatica dell’Uomo. Ecco, penso che questi segni di testimonianza, assieme alla preghiera per la pace per quei luoghi, siano un segno di una possibile ricostruzione che nel cammino della vita è quello che ci aspetta: il ricominciare sempre!
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