1 ottobre 2008

Andrea Tornielli: "Betori, il motu proprio e le parole di Perl". Da leggere per bene (personalmente condivido in pieno)


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Mi permetto di riportare il post scritto stamattina da Andrea Tornielli sul suo blog.
Grazie a Mariateresa per avermelo segnalato subito.
Condivido in pieno il pensiero di Tornielli che e' andato esattamente al nocciolo della questione.
Personalmente penso che Mons. Betori abbia voluto lanciare un segnale ai vescovi e, nello stesso tempo, abbia cercato di "limare" l'immagine di un episcopato italiano disubbidiente ed indifferente di fronte all'autorita' del Papa.
E' chiaro che anche l'atteggiamento di certi tradizionalisti non aiuta il lavoro di "conciliazione e riconciliazione" svolto dal Papa.
Per il resto ritengo che l'analisi di Tornielli sia quella che piu' risponde alla realta'.
Veramente apprezzabile e chiaro il suo intervento
.
R.

Betori, il motu proprio e le parole di Perl

di Andrea Tornielli

Ho visto quanti commenti ha scatenato una frase pronunciata ieri dal Segretario uscente della Cei, monsignor Giuseppe Betori, neo-arcivescovo di Firenze. Rispondendo alla domanda di un giornalista, Betori ha dichiarato che il motu proprio che liberalizza la messa antica ha registrato una “totalità di adesioni alla volontà del Papa”.
“Posso confermare che non risultano problemi nella sua applicazione, tolti sparuti momenti di difficoltà da parte di qualche piccolo gruppo. Nelle diocesi si vanno scegliendo le soluzioni più adeguate alla realtà locale”. “Di fatto – ha concluso Betori – si può dire che non risultano lamentele da parte dei fedeli e si registra un clima molto sereno nel Paese attorno a questa realtà”.
Le parole di monsignor Perl, vicepresidente della commissione Ecclesia Dei, alcuni giorni fa erano state di tutt’altro segno: “In Italia – aveva detto – la maggioranza dei vescovi, con poche ammirevoli eccezioni, ha posto ostacoli all’applicazione del motu proprio”.
Prendo nettamente le distanze da certi commenti ironici su monsignor Betori, persona che stimo molto. Credo, in tutta sincerità, che vi possa essere un pizzico di esagerazione e qualche eccesso di ottimismo nelle parole del Segretario della Cei, altrettanta esagerazione e un eccesso di pessimismo nelle parole del vicepredisente di Ecclesia Dei.

Quanto a Perl: non credo si possa assolutamente affermare che la “maggioranza dei vescovi” ha posto ostacoli, perché i tradizionalisti non ci sono in ogni diocesi. Se per “ostacolo” s’intende anche disposizioni applicative del motu proprio, che di fatto riportano sotto la competenza del vescovo le direttive papali, allora questo però può essere vero (è accaduto in più di una diocesi).

Quanto a Betori, è piuttosto evidente che ha inteso correggere - da Segretario della Cei, uscente ma ancora Segretario - l’immagine di un episcopato riottoso e disubbidiente al Papa che è pure Primate d’Italia e ha con la Conferenza episcopale nel nostro Paese un legame specialissimo.
Credo che Betori stesso, il quale ha assistito alla discussione interna al Consiglio permanente della Cei lo scorso autunno, sia cosciente che esistono dei problemi e che questi problemi non possono essere soltanto e sempre attribuiti all’atteggiamento di “gruppi” tradizionalisti (i quali però hanno le loro responsabilità: ricordate le parole del cardinale Castrillòn, quando ha denunciato che sono “insaziabili” e vivono il motu proprio come una vittoria, una rivincita, una riscossa, una restaurazione?).

C’è un problema di “ricezione” da parte di alcuni vescovi, che non essendo d’accordo con la decisione papale hanno cercato in qualche modo di minimizzarla e depotenziarla.

Non occorre che vi faccia esempi in proposito perché ne conoscete. Vi confermo invece che la percezione di Benedetto XVI sulla recezione del motu proprio è sostanzialmente positiva - si aspettava reazioni contrarie molto maggiori - e credo che la via giusta sia quella di proseguire nel dialogo.
I gruppi legati all’antica liturgia, che pure possono appellarsi a Roma (e si spera che Ecclesia Dei, al momento della promulgazione dell’attesa istruzione sul motu proprio riceva poteri adeguati per intervenire a nome del Papa), dovrebbero cercare il più possibile di coinvolgere i vescovi.

Questi ultimi, che in qualche caso documentato negli anni passati si erano persino rifiutati di ricevere i tradizionalisti - mostrando un disprezzo che non fa onore a chi è investito del ministero episcopale e magari dialoga costantemente con non credenti, cristiani di altre confessioni, esponenti di altre religioni - dovrebbero cercare di dimostrare che Betori ha ragione e ha fotografato la reale situazione italiana, accogliendo i fedeli rimasti legati all’antico rito e facendo tesoro delle parole che Benedetto XVI ha scritto loro e ha ripetuto nel recente viaggio in Francia.

Dal blog di Andrea Tornielli. Clicca qui.

11 commenti:

Luisa ha detto...

Cari amici, è da ieri che scrivo sul blog di Tornielli sull`argomento, del resto, visto il numero di commenti, Andrea Tornielli ha effettivamente deciso di aprire una nuova discussione.
Se Mons. Betori ha voluto proteggere e difendere i vescovi, ha fatto una scelta a discapito della verità, tacere la responsabilità dei vescovi refrattari al Summorum Pontificum è un errore a diversi livelli.
Senza dimenticare che Mons. Betori ha creduto poter smentire Mons. Perl che recentemente ha fatto un bilancio non certo positivo dell`accoglienza del SP in Italia.
Dichiarazioni di questo genere non aggiungono di certo credibilità alle parole dei pastori della Chiesa.

Luisa ha detto...

Aggiungo anche che i refrattari al SP si sentiranno confortati nel loro comportamento, in effetti quanti fra di loro prenderanno le parole di Betori come uno stimolo all`obbedienza?

Anonimo ha detto...

L'atteggiamento di Mons. betori è squisitamente politically correct. Spero che, almeno in privato, la CEI affronti il problema della scarsa ubbidienza alle direttive papali.
Ne approfitto per augurare Buon Onomastico a Mariateresa e a Raffaella, anche se con alcuni giorni di ritardo.
Alessia

Raffaella ha detto...

Grazie Alessia :-))

brustef1 ha detto...

Mi sembra che mons. Betori scopra un po' l'acqua calda: certo che non ci sono lamentele dei fedeli, che in buona parte non si ricordano nemmeno, o non conoscono per niente, la messa in latino. Il punto è la disobbedienza di molti sacerdoti e vescovi, che dovrebbero invece offrire a tutti i cattolici questa opportunità di arricchimento della fede

euge ha detto...

Per giudicare obiettivamente tutti gli interventi di coloro che hanno espresso il loro punto di vista in relazione a ciò che ha detto Betori, secondo me bisognerebbe avere un quadro molto realistico della situazione ciò che è sicuramente difficile.
E' chiaro, come ha analizzato Raffaella, che se mancanze ci sono, sono da entrambi le parti; cioè sia da parte dei vescovi ( e ce ne sono ) che non ne vogliono sapere di applicare il MP e sia da parte di coloro ( tradizionalisti ), che forse vedono sbagliando, nel MP del Papa una loro vittoria senza precedenti.
Io penso che il MP è un atto di Sua Santità orientato verso il suo obiettivo fondamentale che come noi tutti sappiamo è l'ecumenismo; quindi l'unità della Chiesa chi si ostina da una parte e dall'altra ad irrigidirsi sulle proprie posizioni, probabilmente non ha a cuore l'unità della Chiesa ma, solamente tornaconti individuali forse di rivalsa contro Sua Santità.
Per quanto mi riguarda, posso dire nel mio piccolo, che nella mia parrocchia, non si è maio parlato del MP e della sua applicazione e ne tantomeno è stato chiesto ai fedeli, una opinione. Purtroppo, tutto ciò salvando il mio parroco, probabilmente, è da imputare al vescovo della mia zona che corrisponde al nome di Mons. Schiavon. Detto questo, mi auguro che il buon senso abbia la meglio per il bene della chiesa. Del resto, cari vescovi, è questo che Sua Santità desidera più di ogni altra cosa lo ribadiamo ancora se tante volte la cosa vi fosse sfuggita.

Luisa ha detto...

Cara Euge, non si può parlare di ecumenismo in seno alla Chiesa cattolica, il Santo Padre opera strenuamente in favore dell`unità, della riconciliazione, della comunione in seno alla Chiesa, per questo parlava di tunica senza cuciture di Cristo che è già sin troppo lacerata.
Poi chiaramente Bendetto XVI, opera anche in favore dell`ecumenismo e del dialogo inter-religioso che sono due cose differenti.

euge ha detto...

Cara Luisa grazie per la precisazione ma, evidentemente mi sono espressa male. Intendevo ecumenismo nel senso più ampio del termine ed è chiaro che mi riferissi all'unità della chiesa in primis."Io penso che il MP è un atto di Sua Santità orientato verso il suo obiettivo fondamentale che come noi tutti sappiamo è l'ecumenismo; quindi l'unità della Chiesa" Questo temo, sia il periodo incriminato. Comunque, era ovvio che io mi riferissi a quell'unità che magari sbagliando, identifico in una forma di ecumenismo.

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella, per una volta non sono del tutto d'accordo con te.

Betori, scusa se lo dico, appare perfino in mala fede. O meglio: lui magari non ne può molto, da buon segretario della CEI (per quanto uscente) deve dire quanto nella recente sessione plenaria i vescovi avranno insistito che dica.

Ma certo, dire che non ci sono problemi o quasi, è una bufala infinita. E soprattutto: tutti i vescovi lo sanno benissimo. Ricordo qualcosa a casaccio: Milano (divieto assoluto, solo ora si muove qualcosa... a Legnano), Caserta (divieto assoluto con Nogaro), Savona (divieto assoluto con l'ex amministratore episcopale, ancora non revocato dal nuovo vescovo), Pisa (valgono ancora le regole capestro di Plotti), tutto il Piemonte (alla fine quello più tenero è stato il povero Corti di Novara, alle prese con i tre parroci tridentini riottosi), Sanremo (divieto del provinciale dei Gesuiti per tutte le chiese della compagnia), Acireale (idem, ma per i Domenicani), Palermo (pressione sui preti dell'Arcivescovo Romeo, tra l'altro esacerbato perché proprio per le sue critiche al motu proprio ha finora perso la porpora).

Aggiungo poi che dire, come dice Betori, che alla CEI non sono giunte lamentele è... ridicolo. Perché mai dovrebbero giungere alla CEI, visto che il motu proprio prevede che si indirizzino all'Ecclesia Dei? E quest'ultima, molto ben informata di conseguenza, ci ha proprio detto pubblicamente, per bocca di Perl, che i vescovi italiani hanno la maglia nera.

Per finire, certo faccio mio l'augurio di Tornielli che si cambi registro. Ma penso che la frase di Betori, che è negazione dei problemi (e quindi rifiuto di porvi rimedio) vada purtroppo nell'opposta direzione.

Anonimo ha detto...

condivido in pieno le preoccupazioni di Mons Perl

Anonimo ha detto...

Anch'io condivido in pieno il pensiero di mons. Perl.
Condivido pienamente anche le riflessioni fatte da Astolphus