7 febbraio 2008

Preghiera per gli Ebrei, card. Kasper: «Nessuna offesa, il testo è di San Paolo»


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Su segnalazione di Giorgio, leggiamo questa interessante intervista di Luigi Accattoli al cardinale Walter Kasper.
R.

Il cardinale Kasper: «Nessuna offesa, il testo è di San Paolo»

Luigi Accattoli

CITTA' DEL VATICANO —

«Pensiamo che ragionevolmente da questa preghiera non possa venire un ostacolo al dialogo perché essa riflette la fede della Chiesa e del resto anche gli ebrei hanno nei loro testi liturgici delle preghiere che non piacciono a noi cattolici. Ci si deve accettare e rispettare nella diversità»: così il cardinale Walter Kasper, responsabile vaticano del dialogo con l'Ebraismo, commenta la protesta dell'Assemblea dei rabbini d'Italia e di altri ambienti ebraici nei confronti della nuova preghiera «per gli ebrei» pubblicata l'altro ieri dalla Santa Sede.

Eminenza, il fatto che turba gli ebrei è che questa preghiera torna a invocare la loro conversione...

«E' vero ma si tratta di un'invocazione che è da intendere secondo la fonte delle parole utilizzate per formulare la preghiera: è un testo dell'apostolo Paolo ed esprime la speranza escatologica — cioè riferita agli ultimi tempi, alla fine della storia — che anche il popolo di Israele entri nella Chiesa quando vi entreranno tutti gli altri popoli. Voglio dire che esprime una speranza finale e non un proposito di fare missione tra di loro».

La preghiera chiede a Dio che «entrando la pienezza dei popoli nella tua Chiesa, tutto Israele sia salvo». Dunque chiede che Israele entri nella Chiesa...

«Lei può controllare che quelle parole sono prese dalla "Lettera di Paolo ai Romani", che al capitolo 11, versetti 25 e 26, prevede che "quando saranno entrate tutte le genti, allora tutto Israele sarà salvato". La Scrittura è per noi un testo normativo. Nessuno dovrebbe prendere come un'offesa il fatto che siamo fedeli alle nostre Scritture, quando sia chiaro — come lo è in questo caso — che non ne diamo un'interpretazione offensiva».

La preghiera chiede anche l'illuminazione dei cuori degli ebrei «perché riconoscano Gesù Cristo salvatore di tutti gli uomini».

«Con quell'espressione diamo testimonianza della nostra fede in Gesù Cristo. Per noi Gesù è il Cristo, il Messia e il Figlio di Dio. Gli ebrei non lo riconoscono come tale, la differenza su questo punto è costitutiva e va accettata reciprocamente. Dialogheremo con tutte le nostre forze ma certamente obiettivo del dialogo non può essere la cancellazione delle differenze costitutive».

Se si prendeva la preghiera già formulata per il messale di Paolo VI non ci sarebbe stata questa difficoltà...

«E' vero, ma il Papa ha preferito la composizione di una preghiera che richiamasse la centralità di Cristo, come già faceva l'istruzione "Dominus Jesus" dell'anno 2000. Il Santo Padre è molto attento a questo aspetto della nostra fede, che è indubbiamente centrale. Debbo dire che non capisco perché gli ebrei non possano accettare che noi fruiamo della nostra libertà nella formulazione delle nostre preghiere».

Sarà a motivo del cattivo ricordo delle conversioni forzate, non crede?

«Infatti si sono fatte cose cattivissime, quando si voleva costringere gli ebrei alla conversione. Capiamo la cattiva memoria di fatti per i quali abbiamo chiesto perdono. Facciamo più difficoltà a capire come non si possa accettare la testimonianza della nostra fede quand'essa è espressa nel pieno rispetto della fede altrui».

© Copyright Corriere della sera, 7 febbraio 2008

Non c'e' vero dialogo se non si riconoscono ed accettano le reciproche differenze.
Vogliamo forse un dialogo di baci ed abbracci che poi si puo' rivelare un gigante dai piedi di argilla?

R.

4 commenti:

ondeb ha detto...

Sant'uomo il card. Kasper! Sottoscrivo ogni parola delle sue dichiarazioni!

Anonimo ha detto...

Mi piace il riferimento al fatto che nelle preghiere rituali ebraiche vi sono affermazioni che possono essere sgraditea noi cattolici: sono passaggi che ho letto in passato.
Come mai nessun ebreo ha mai sentito la necessità di revisionare quei loro testi?

euge ha detto...

Un'altra piccola osservazione che tanto piccola non è mi pare di aver capito, se non sbaglio che il testo è di San Paolo,........... allora che facciamo ci mettiamo contro S. Paolo? Ma questa gente prima di dar fuoco alle polveri e di interrompere addirittura un dialogo perchè bontà sua non si istruisce? Perchè non legge? perchè spara verbalmente sul Papa delle cose che non stanno ne in cielo ne in terrà? Prima informatevi cari signori e poi muovete le vostre obiezioni senza attaccare il Papa nella sua persona; visto che proprio quella persona che voi attaccate è stata l'unica che ha accolto la richiesta ed ha attuato la modifica a questa preghiera in nome del dialogo, della chiarezza, e del rispetto.

Anonimo ha detto...

Che dire allora delle frasi offensive su Gesù e Maria presenti nel Talmud?