5 settembre 2007

La rivoluzione di Papa Ratzinger


Vedi anche:

Beppe Del Colle (Famiglia Cristiana): la legge 194 va rivista

Card. Ruini: ecco perche' non era possibile celebrare i funerali di Welby

Card. Ruini: la legge 194 sull'aborto non si può eliminare ma migliorare

Card. Schönborn: il Papa rafforzerà la fede degli Austriaci

I ragazzi di Loreto chiedono, il Papa risponde

VISITA PASTORALE DEL PAPA A LORETO (1-2 SETTEMBRE 2007): LO SPECIALE DEL BLOG (qui trovate la rassegna stampa completa del 2-3 settembre 2007 e gli articoli precedenti la visita a Loreto)

I giovani di Benedetto

Aldo Maria Valli: a Loreto il Papa è stato efficace e dolce, incisivo e attento, sereno e simpatico!

Rosso Malpelo (Avvenire) striglia Politi: falso clamoroso la storia dei 5 euro per la Messa!

Il gesto-parola del Papa e la "sberla" ai mass media prevedibili e stucchevoli

Il parroco di Bibione: i miei ragazzi entusiasti del Papa e delusi dalla stampa

SPECIALE: IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM"

Messa tridentina: la profonda delusione dei fedeli ambrosiani

Di Giacomo (La Stampa): i giovani hanno scoperto un Ratzinger-teologo che non rifiuta né il dialogo né il confronto

La rivoluzione timida di Ratzinger L’umiltà può cambiare il mondo

di Redazione

Ha sorpreso in tanti la Chiesa di Loreto. Ha sorpreso per primi quelli che hanno sempre incorniciato Benedetto XVI nel ritratto di un teologo freddo e spigoloso, chiuso nei suoi studi e insensibile al peso di quel «silenzio di Dio» in cui oggi precipitano i bisogni e le sofferenze degli uomini.

Ha sorpreso la semplicità e la forza del dialogo intrapreso con la folla dei giovani accorsi fin lì ad ascoltarlo. Ha stupito ancora di più il consenso che essi gli hanno tributato, la partecipazione e la lucidità delle loro testimonianze.

Perché è vero, il messaggio lanciato ai giovani dal Pontefice a Loreto è un messaggio esigente: non ci sono strade facili e spianate per il loro compito di «cambiare il mondo», né per come devono vivere «i propri sogni». La Chiesa di Ratzinger non fa sconti ma non ne fanno nemmeno i giovani a chi parla loro della gioia e dell’allegria che c’è nel mestiere del cristiano ma anche di fatica, impegno e sacrificio. L’incontro di Loreto è la dimostrazione di quanto fede e ragione siano incardinate nel percorso di una «modernità compatibile» che cerca nel disordine che la circonda valori e punti di riferimento morale, le ragioni dell’essere e non solo quelle dell’avere e dell’apparire. I giovani adunati nella Piana di Montorso non rappresentano certamente tutti i giovani del nostro e di ogni altro Paese, ma non sono neppure riconducibili ad un’assemblea di «disciplinati teocom» o ad un gruppo sociale tagliato fuori dalle grandi questioni del nostro tempo, il ruolo della scienza, come della politica o della religione, il confine dei diritti individuali, la geografia dei nostri doveri. Sono comunque, quei giovani, una parte viva e attenta, generosa e rigorosa della società di cui facciamo parte. E dunque la sorpresa più grande per chi finora non ha voluto o saputo cogliere il significato di questa Chiesa e di questo pontificato, dovrebbe forse essere quella di dover riconoscere nelle parole che si sono incrociate a Loreto, quelle del Pontefice e quelle di migliaia di ragazzi, indicazioni importanti a cui è difficile sottrarsi. Anche e soprattutto da parte di chi assume su di sé l’onere di rappresentare e tutelare il bene comune. Arriva da quelle parole il monito ad osservare il proprio impegno come un servizio e non come un cumulo di onori e privilegi. A riscoprire categorie cadute in disuso come la sobrietà e l’umiltà. A ricollocare al centro del proprio interesse, anche nelle periferie del vivere quotidiano, quel luogo unico ed esclusivo di solidarietà e assistenza, di responsabilità e affetti che è la famiglia. A recuperare, infine, il senso cristiano dell’agire che è innanzitutto senso di compassione e di giustizia. I giovani di Loreto non erano lì per fare politica ed è sbagliato, oltre che profondamente ingeneroso nei loro confronti, provare a confinare e bloccare le loro energie in un preciso disegno politico. Ma indubbiamente erano lì a testimoniare la loro distanza da quella politica continuamente in fuga dalla realtà, incapace di rinnovarsi e di misurarsi senza pregiudizi e senza barriere con il progetto «cristiano» di una società per il nuovo secolo. Non erano lì per fare politica ma di sicuro hanno definito la mappa dell’antipolitica molto più e molto meglio di quanto in molti siano riusciti a fare finora.

© Copyright Il Giornale, 4 settembre 2007

1 commento:

euge ha detto...

Si è sorpreso soltanto chi non è stato capace di comprenderlo perchè, cari, Papa Benedetto è stato sempre la persona che avete visto e sentito parlare a Loreto!!!!!!! Non avete fatto altro che meravigliarvi di una cosa che, avete avuto l'opportunità di scoprire in ogni momento....... però megli tardi che mai!!!!!!!
Eugenia