14 febbraio 2008

Caso Sapienza: il Papa ha dato una lezione di umiltà (Alessandra Borghese per "Gente")


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IL PAPA ALLA SAPIENZA HA DATO UNA LEZIONE DI UMILTÀ

Alessandra Borghese

«Essere sempre rispettosi delle opinioni altrui e ricercare, con spirito libero e responsabile, la verità e il bene»
«Come sapete avevo accolto molto volentieri il cortese invito che mi era stato rivolto a intervenire giovedì scorso all'inaugurazione dell'anno accademico della Sapienza - Università di Roma», ha detto Benedetto XVI dopo l'Angelus rivolgendosi alle migliaia di persone radunate domenica scorsa in piazza San Pietro.
«Conosco bene questo Ateneo - ha osservato il Pontefice - lo stimo e sono affezionato agli studenti che lo frequentano… Purtroppo, com'è noto, il clima che si era creato ha reso inopportuna la mia presenza alla cerimonia. Ho soprasseduto mio malgrado, ma ho voluto comunque inviare il testo da me preparato per l'occasione».

Così dopo una settimana di polemiche, Benedetto XVI con umiltà e dolcezza ha sciolto in prima persona il clima da barricate che si era man mano creato. Ancora una volta la chiesa si è dimostrata viva e piena di affetto verso il papa.

Le persone che si sono recate a San Pietro hanno ribadito con serenità il valore della libertà e dell’identità cristiana. Chi aveva letto l’appello del Cardinale Camillo Ruini all’adunata in San Pietro più come un atto di forza che di solidarietà al pontefice ha dovuto ricredersi.

Il maldestro incidente della Sapienza si può considerare chiuso anche se è importante trarne alcune riflessioni.

Prima di tutto dovremmo ridefinire (a scanso di equivoci visto che è una parola così usata) il concetto di laicità; che vuol dire ascoltare, riflettere e poi parlare: parlare serenamente non con slogan, urla, sberleffi e striscioni.

Abbiamo poi visto che un certo laicismo sfrenato non porta a nulla. Andare contro la chiesa con la testardaggine di un ariete non paga, perché nel nostro paese esiste ancora una forte sensibilità religiosa. Allo stesso tempo però la gente ha bisogno di capire le motivazioni delle posizioni del Santo Padre.

Come è noto il Papa all’Università voleva parlare di fede e ragione, chiarendo che entrambi le scienze devono essere libere per poter dialogare e confrontarsi. Il testo che il papa avrebbe dovuto leggere richiamava alla libertà ma anche alla scienza perché è necessario allargare gli orizzonti della ragione.

Un discorso umile e forte allo stesso tempo, tipico dello stile Ratzinger. In sintesi la scienza ha bisogno di libertà per indagare, ma per le sue applicazioni deve essere osservata anche dalle altre scienze come la teologia e la filosofia che si pongono il criterio etico del bene e del male. Serve un osservazione critica di controllo altrimenti il rischio che l’uomo sia al servizio della scienza e della tecnologia e non viceversa è altissimo. L’Università proprio perché spazio libero di cultura e ricerca dovrebbe essere un luogo ideale per tale confronto e “per mantenere desta la sensibilità per la verità, per invitare la ragione a mettersi alla ricerca del vero e del bene”. Il papa ci invita in continuazione ad usare la ragione umana con ragionevolezza, sollecitando il confronto senza però escludere Dio dalle scelte che riguardano il futuro dell’uomo. Perché l’ipotesi Dio per papa Benedetto non limita la libertà umana ma la illumina.
Il rapporto tra scienza e fede è importantissimo ed è sempre esistito. Cattolici e non cattolici hanno lavorato insieme. Basti vedere ad esempio che la facoltà di Fisica della Sapienza ( fulcro dell’attuale contestazione al papa) è intitolata a Guglielmo Marconi, un grande scienziato ma anche un grande cattolico.
Malgrado ciò una parte della società accusa la chiesa di aver messo da parte il suo ruolo pastorale e spirituale per dettare le regole della politica italiana.

In effetti il papa ha una capacità particolare nel saper toccare i nervi della cultura attuale, ma la chiesa non può tacere sui temi etici e di conseguenza la politica deve esprimersi su materie morali.

«Essere sempre rispettosi delle opinioni altrui e ricercare, con spirito libero e responsabile, la verità e il bene» è il consiglio del papa ai giovani universitari ma vale per tutti noi. Facciamone tesoro.

© Copyright Gente, 23 gennaio 2008

1 commento:

euge ha detto...

"In effetti il papa ha una capacità particolare nel saper toccare i nervi della cultura attuale, ma la chiesa non può tacere sui temi etici e di conseguenza la politica deve esprimersi su materie morali. " Infatti, questa è la motivazione di tanto odio verso il Papa. Lo ribadisco Benedetto XVI sa di cosa parlare e come prlarne è questo che mette paura!....... in modo saggio, sereno ma fermo, tocca quegli argomenti che fanno comodo per realizzare in modo egoistico, edonistico e relativistico la nostra esistenza. Ormai non si ha più la capacità o almeno è molto ridotta, di vedere l'essere umano come completamento di corpo e di spirito. L'essere umano e solo corpo e quindi tutto ciò che può soddisfare il corpo è sacrosanto eliminando qualsiasi intralcio in ogni modo e mezzo e chi considera ancora l'aspetto dello spirito, è considerato un nulla un qualcosa che vive fuori dalla realtà con una marea di tabù, contraddizioni e divieti.
Proprio qui e proprio questi sono quei nervi scoperti che, fanno tanto star male i relativisti e tutti coloro che non rinuncierebbero mai alla soddisfazione del corpo in favore del benessere dello spirito.