2 febbraio 2008

Il Papa e la diagnosi preimpianto: il commento del Corriere della sera


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Il Pontefice: la vita va trasmessa con gli atti propri dei coniugi

Bruno Bartoloni

CITTA' DEL VATICANO — Benedetto XVI ha chiuso ieri la porta a qualsiasi tentativo dei ginecologi cattolici di far accettare almeno la procreazione “in vitro” omologa, e cioè fra coniugi. Ha condannato senza appello ogni forma di fecondazione artificiale extra-corporea, con parole durissime, affermando che per questa via «è stata infranta la barriera posta a tutela della dignità umana».
Il Papa ha annunciato un documento della congregazione per la dottrina della fede, che porterà la sua firma, con il quale il magistero dirà il suo «no» categorico e definitivo alla clonazione e all'uso delle cellule staminali embrionali e si pronuncerà sulla «situazione non risolta di migliaia di embrioni congelati».
Il Pontefice si rivolgeva al cardinale statunitense Joseph Levada, suo successore alla testa della congregazione per la fede ed ai 18 cardinali che con una cinquantina di vescovi, prelati e teologi del dicastero si sono riuniti per quattro giorni in sessione plenaria proprio per affrontare questi argomenti.
Ancora non si sa se si tratterà di un'Enciclica del Papa o di un'Istruzione dell'ex Sant'Offizio, ma quello che è certo è che Benedetto XVI intende parlare chiaramente: «il Magistero della Chiesa certamente non può e non deve intervenire su ogni novità della scienza, ma ha il compito di ribadire i grandi valori in gioco e di proporre ai fedeli e a tutti gli uomini di buona volontà principi ed orientamenti etico-morali per le nuove questioni importanti».
Ha anche anticipato «i due criteri fondamentali» guida del documento che dovranno orientare «il discernimento morale in questo campo»: «a) il rispetto incondizionato dell'essere umano come persona, dal suo concepimento fino alla morte naturale; b) il rispetto dell'originalità della trasmissione della vita umana attraverso gli atti propri dei coniugi».

Il documento non dovrebbe tardare molto. Papa Ratzinger è infatti preoccupato dalle «attese che si sono create nel mondo cattolico» per colpa, a suo avviso, dei media.

Il Papa si è anche lamentato energicamente delle critiche rivolte al Magistero della Chiesa dopo la pubblicazione dell'Istruzione Donum vitae, «denunciandolo come se fosse un ostacolo alla scienza ed al vero progresso dell'umanità».
A smentire queste accuse ha citato i «nuovi problemi» mettendo nello stesso capitolo «il congelamento degli embrioni umani, la riduzione embrionale, la diagnosi pre-impiantatoria, le ricerche sulle cellule staminali embrionali e i tentativi di clonazione umana». Problemi «che mostrano chiaramente — ha dichiarato — come, con la fecondazione artificiale extra- corporea, sia stata infranta la barriera posta a tutela della dignità umana».
Benedetto XVI ha comunque assicurato che «la Chiesa apprezza ed incoraggia il progresso delle scienze biomediche che aprono prospettive terapeutiche finora sconosciute mediante, ad esempio, l'uso delle cellule staminali somatiche oppure mediante le terapie volte alla restituzione della fertilità o alla cura delle malattie genetiche ».
Le reazioni più ferme sono venute dal Comitato nazionale di bioetica. Il vicepresidente Lorenzo D'Avack non si è meravigliato più di tanto: «La Chiesa è ferma sulle sue più vecchie e tradizionali posizioni».

© Copyright Corriere della sera, 1° febbraio 2008

Condanna senza appello? Chiuso la porta in faccia alla fecondazione omologa? Siamo sicuri che sia proprio cosi'?
Che la "Donum vitae" sia stata interpretata, a suo tempo, con i piedi non e' una convinzione del Papa ma un fatto!!! Del resto accade con tutti i documenti che recano, in calce, la firma di Joseph Ratzinger.
E' ancora molto vivo in noi il ricordo dell'interpretazione, completamente errata, del discorso dell'allora cardinale su Galileo Galilei.
Non siamo noi Cattolici ad avercela con i media...diciamo che essi fanno tutto da soli
:-)
R.


La storia La famiglia di Cagliari che scelse la riproduzione assistita dopo il sì del Tribunale

La coppia di credenti: ma la nostra Sofia è sana grazie alla diagnosi pre impianto

ROMA — «Prego prima di addormentarmi e tutte le mattine al risveglio. Quando ho saputo di essere incinta sono andata in Chiesa e ho acceso un cero. Sofia, nata tre mesi fa è un angelo mandato da Dio. E adesso il Papa viene a dirmi che ho infranto la barriera posta a tutela della dignità umana. Gli rispondo che, al contrario, questa barriera l'avrei infranta davvero se avessi messo al mondo un bambino malato, sofferente ».
Simona (ma non è questo il vero nome) è la donna autorizzata da una sentenza del tribunale di Cagliari ad utilizzare una tecnica vietata in Italia, la diagnosi pre impianto dell'embrione. Prima di vincere il ricorso, poco fiduciosa sulla possibilità che la giurisprudenza le avrebbe dato ragione, è andata a Istanbul, dove la legge non impone limiti. Come il marito è portatrice di talassemia. Rischiava di avere figli malati e già una volta aveva abortito, perché non se la sentiva di sostenere una prova dolorosa. Imporre al suo bambino lo stesso peso di tanti altri bambini sardi.
La piccola Sofia è stata concepita in provetta. Altri embrioni sono stati scartati perché con l'esame sul Dna si è visto che nascondevano il gene malato: «E' sana e io sono felice, non mi stanco di guardarla. Sono cattolica, sono credente, al polso ho un bracciale con i santi. E ora dovrei sentirmi in colpa soltanto perché ho chiesto aiuto alla fecondazione artificiale? No. Ritengo di aver compiuto un'azione più che giusta, sacrosanta. Il Papa è contrario? Noi siamo contrari a quello che dice».
Simona racconta di aver incontrato pochi giorni fa una vicina di casa. Madre di sette figli, sei con talassemia, soltanto uno sano. Quattro di loro se ne sono andati, morti uno dopo l'altro: «Quando ha saputo di Sofia mi ha abbracciata, sembrava più felice di me. Benedetto XVI che parla tanto di dignità umana si è mai chiesto se è dignitosa la vita di un bambino che nasce con una malattia impietosa come la talassemia? No, io sono convinta di no. Non se lo è chiesto e non può sapere quanto sia difficile per un genitore accettare il fatto di essere in qualche modo responsabile dell'infelicità di una creatura amata ».
Poi Simona narra una favoletta. «C'è un uomo che sta annegando. Dio gli manda una piccola barca in soccorso. Ma lui non si aggrappa ai bordi, preferisce rimanere in acqua. Allora Dio manda una seconda barca, un po' più grande. E l'uomo la lascia andare, perde una seconda occasione. Lo fa anche con una terza barca, grande davvero. La barca è la scienza che ci offre opportunità di salvezza. Risparmiare ai nostri figli sofferenze indicibili. Io e mio marito abbiamo dovuto scegliere tra salute e malattia. E abbiamo scelto la salute. Quindi per favore, ci lascino in pace. Non abbiamo ucciso nessuno. Non siamo assassini».

© Copyright Corriere della sera, 1° febbraio 2008

Beh, noi vi avremmo lasciati in pace senza alcuna remora.
Non siamo noi che abbiamo risposto alle domande del Corriere della sera...
E' incredibile quante persone pretendano di dare lezioni al Papa solo che, poi, non intendono ascoltare cio' che dice...
Ma per noi, poveri tapini, e' tutto chiaro, soprattutto dopo quanto accaduto alla Sapienza...
A proposito, Benedetto XVI ribadisce il Magistero della Chiesa, quindi sarebbe carino parlare di "Chiesa", di "Vaticano", di "dottrina cattolica" e non solo di "questo" Papa
.
E' molto scorretto far passare l'idea che Benedetto dica cose diverse dai suoi predecessori.
R.

3 commenti:

Luisa ha detto...

"Noi non abbiamo ucciso nessuno"... e gli embrioni che sono stati "SCARTATI" che cosa erano? materiale biologoco? oggetti? cose?
O erano vite che sono state soppresse?
Vite che presentavano "un difetto", vite non perfette che i genitori hanno rifiutato per "compassione" per il futuro bambino ? o per loro?
La compassione copre l`egoismo all`inizio della vita quando si uccide embrioni non perfetti e alla fine della vita quando si sopprime vite diventate inutili.
Questa mamma cattolica spero avrà almeno avuto una preghiera per i suoi bimbi mai nati e che li abbia confidato ai santi ai quali è devota e di cui porta un bracciale.

Anonimo ha detto...

Con tutto il rispetto, mi pare che la cattolicità dei genitori cagliaritani sia parecchio sui generis. Comunque, percepisco un certo senso di colpa nell'esasperata autodifesa/attacco della madre.
Alessia

gemma ha detto...

ecco un'altro esempio di commento su "ciò che viene riferito". Il Papa ha fatto un discorso ampio, riferito ai limiti di certa sperimentazione e alle possibili degenerazioni. Il problema non è la diagnosi preimpianto in sè , purtroppo. E' che in questo campo non ci si accontenta mai ed è su questo soprattutto che dovrebbe orientarsi la discussione, anzichè rifiutarla a priori, strumentalizzando i sentimenti delle persone.

" Quando esseri umani, nello stato più debole e più indifeso della loro esistenza, sono selezionati, abbandonati, uccisi o utilizzati quale puro "materiale biologico", come negare che essi siano trattati non più come un "qualcuno", ma come un "qualcosa", mettendo così in questione il concetto stesso di dignità dell’uomo?"

Dove mai il Papa condanna i genitori per aver infranto la dignità umana o parla di assassinio?
D'altronde, qualcuno dovrà pur dirlo che potenziali esseri umani finiscono nei rifiuti ospedalieri o dobbiamo cancellare tutto ciò che anche solo lontanamente può disturbare il nostro concetto di senso etico? Non mi pare difficile ragionare sul fatto che ciascuno di noi, finito in un progetto di selezione o di sperimentazione avrebbe potuto vedersi negare il diritto ad esistere.

Comunque, bella paginona del Corriere dedita alla strumentalizzazione antipapale (non a caso, forse, l'argomento non è stato affidato a Luigi Accattoli). Ma questa, chiaramente, è una mia supposizione