20 ottobre 2008

Il Papa a Pompei: "Il messaggio oltre le parole" (Casavola)


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Su segnalazione di Eufemia leggiamo:

L’ANALISI

Il messaggio oltre le parole

Francesco Paolo Casavola

C’era molta attesa per il discorso di Benedetto XVI a Pompei. Avrebbe toccato i temi brucianti dell’attualità a Napoli e in Campania, la camorra, la crisi della società e della politica, la insicurezza da illegalità e quella da insofferenza per gli immigrati?
La Chiesa napoletana, con il suo arcivescovo, cardinale Sepe, è talmente in prima linea su questi fronti, che sarebbe stato scontato un intervento rafforzativo del Pontefice articolato su profili di immediata realtà.
E invece, sia nell’omelia che nel discorso prima dell’Angelus, il Papa ha preferito svolgere i suoi pensieri di pellegrino a Pompei muovendo da due circostanze concomitanti: il Sinodo dei vescovi a Roma e il ricorrere della giornata missionaria mondiale. I vescovi riflettono sul valore della Parola di Dio nella vita della Chiesa, i missionari danno con le opere il senso che quella Parola deve avere nella quotidiana promozione dell’uomo, dovunque nel mondo. In questa grande cornice si colloca il Santuario mariano di Pompei, anch’esso con due straordinari messaggi. Il primo è il significato che Maria assume legando la storia dell’antico Israele con il Cristianesimo, con il trasmettere quale madre del Figlio di Dio la speranza del popolo ebraico a tutti i popoli del mondo nella Nuova Alleanza.
Il secondo sta nella rievocazione di Bartolo Longo, l’avvocato napoletano, convertito dall’anticlericalismo dei filosofi immanentisti e positivisti del suo secolo, replicando una vicenda che fu di San Paolo, a una impetuosamente laboriosa azione evangelica. Longo volle il Santuario non come, ha detto Benedetto XVI, una cattedrale nel deserto, ma centro di redenzione di una moderna società urbana.
Il culto mariano e la preghiera del rosario sono alimento spirituale di opere concrete, case per ragazze madri, orfanotrofi, abitazioni per famiglie operaie. La missione della Chiesa è di aprire la via a Dio nel cuore degli uomini con la preghiera e con le opere sociali. Il Papa ha suscitato commozione quando ha salutato, oltre alle personalità, i tanti anonimi, gli ammalati, gli anziani soli, i carcerati, gli indigenti, tutti gli abitanti della nostra regione. E ha avuto applausi quando, ricordando i genitori francesi di Santa Teresa del Bambin Gesù, ha sottolineato il ruolo essenziale delle famiglie nell’educazione dei figli, nell’aprirli allo spirito universale dell’umanità, al mondo di oggi e ai suoi problemi, e per i credenti non ostacolando le vocazioni religiose e sacerdotali, né le scelte di vita missionaria. E ha richiamato come a un appuntamento l’incontro mondiale delle famiglie nel 2009 a Città del Messico. Benedetto XVI ha detto di più e di più alto di quanto la congiuntura delle cronache degli ultimi tempi avrebbe potuto suggerire. La camorra non è stata nominata perché la cittadinanza campana ne è ben separata, anche se da essa gravemente insidiata. Ma è anche da notare che un’attiva presenza religiosa è stata indicata dal Papa come «forza di riscatto» del nostro territorio. Ancora una volta la Chiesa insegna al mondo pur stando in un territorio e con un uditorio di abitanti e di pellegrini. Come del resto avveniva nella Palestina di duemila anni fa al Figlio di Dio. Non è possibile comparare un tale messaggio con nessun altro, che provenga da autorità o organizzazioni della politica, della scienza, della cultura, dell’economia. Perché nessuno vuole o può o sa esortare gli uomini a una inestinguibile speranza di fraternità e di amore. Tutti, meno che la Chiesa, sollecitano potere di dominio o di egemonia, e calcolo di interesse e benessere.

Aprendo alla Parola di Dio le vie del cuore, la Chiesa può realizzare una silenziosa, assidua, quotidiana, duratura rivoluzione. Non effimera, come le tante della storia. In essa dobbiamo sperare.

© Copyright Il Mattino, 20 ottobre 2008 consultabile online anche qui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

A quanto pare, signori, i giornalisti seri esistono ancora! questo sì che è un bell'articolo! Questa sì che è una bella notizia!
Grazie Raffaella per la segnalazione. ch