7 febbraio 2008

Il Papa e la preghiera per gli Ebrei: facciamo un po' di chiarezza (Don Paolo Padrini)


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Il Papa e la preghiera per gli Ebrei: facciamo un po' di chiarezza

don Paolo Padrini

In queste ore sta "montando" (come ormai la cronaca ci abituato) una nuova ed ulteriore polemica che coinvolge la Chiesa cattolica, ed in particolare l'opera di Benedetto XVI.
Il fatto è la modifica, pubblicata dall'Osservatore Romano, della preghiera per gli Ebrei, contenuta nel Messale "antico" liberalizzato da Benedetto XVI con il recente "motu proprio" Summorum Pontificum.

Ecco come sono andati i fatti.

All'interno del Messale liberalizzato, con il quale è da pochi mesi possibile celebrare la Messa (non ripeto ovviamente tutte el considerazioni fatte circa questo evento, che occorre inquadrare comunque all'interno di un "quadro normativo e pastorale"), erano ancora rimasti, nella preghiera del Venerdì Santo, alcuni riferimenti negativi nei confronti degli Ebrei.

Nel vecchio testo, da oggi abolito, si pregava - in latino - per la conversione degli ebrei chiedendo a Dio di sottrarre «quel popolo... alle sue tenebre» e di rimuoverne «l’accecamento» (tra l'altro un termine mutuato da una lettera di San Paolo)

Questa presenza, all'indomani della liberalizzazione del Messale Latino (semplifico....mi perdonerete), era stata oggetto di critica e di considerazioni negative non solo da parte di ambienti ebraici.

Oggi cosa succede?

Questo testo (e solo questo testo) è stato modificato, eliminando questi riferimenti: nella nuova versione, si prega perciò (in latino) per gli ebrei: «Il Signore illumini i loro cuori perché riconoscano Gesù Cristo salvatore di tutti gli uomini»

Ora questa modifica da una parte è solo ed esclusivamente riferita al Messale di Papa Giovanni XXIII (ora liberalizzato)e, dall'altra, rappresenta un miglioramento del testo...e non, come si evince dalle polemiche (probabilmente un po' strumentalizzate, un peggioramento.

Ovviamente è rimasto il riferimento a Cristo, tra l'altro presente anche nel testo del Messale di Paolo VI attraverso il tema della "redenzione".

Ecco il testo dell'attuale Messale (risalente a Papa Paolo VI).

"Preghiamo per gli ebrei: il Signore Dio nostro, che li scelse primi fra tutti gli uomini ad accogliere la sua parola, li aiuti a progredire sempre nell'amore del suo nome e nella fedeltà della sua alleanza. Dio onnipotente ed eterno, che hai fatto le tue promesse ad Abramo ed alla sua discendenza,a scolta la preghiera della tua Chiesa, perché il popolo primogenito della tua alleanza possa giungere alla pienezza della redenzione".

La comunità ebraica italiana ha espresso, come si è saputo dai giornali, un negativo apprezzamento.

«La nuova versione non è molto diversa dalla precedente - ha osservato il rabbino Giuseppe Laras, presidente dell’Assemblea dei rabbini d’Italia -. Il fatto che si preghi perché Dio “illumini” gli ebrei, significa in sostanza che essi non sono nella luce, dunque accecati, anche se è stata tolta la parola più forte. Ciò che mi preoccupa è però la seconda parte della formula, quella in cui è rimasta la preghiera per il riconoscimento di Gesù da parte degli ebrei. Temo che porterà indietro, se non bloccherà, il dialogo ebraico-cristiano, dato che ci sono alcune componenti del mondo ebraico che temono che il dialogo sia in realtà finalizzato a convertire al cristianesimo».

Ma non si può certamente dire, ed apparirebbe del tutto strumentale, che la modifica delle parole del Messale Latino rapopresenti un passo indietro "tout court". Rispetto al precedente, in vigore, sono state infatti un passo avanti. Forse, e mi permetto di esprimere una mia personale opinione, nella linea dell'adeguamento allo "spirito" del Messale di Paolo VI..si sarebbe potuto ulteriormente modificare il testo, aderendo pienamente non solo alle sue "parole" ma anche allo "spirito" che - anche grazie ad esso - ha animato e continua ad animare il dialogo ebraico-cristiano....forse mai tanto positivo come grazie ai numerosi (e chiari) interventi di Benedetto XVI.

Passi nel deserto

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