2 ottobre 2008

Card. Bagnasco: verso i media con una mentalità nuova (Muolo)


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VIVERE IL VANGELO

Secondo giorno in Ungheria dell’incontro dei presidenti delle Conferenze episcopali europee. Padre Duarte Nuno Queiroz de Barros da Cunha nuovo segretario Ccee

Bagnasco: verso i media con una mentalità nuova

DAL NOSTRO INVIATO A ESZTERGOM (UNGHERIA)

MIMMO MUOLO

I mass media di fronte alla Chiesa. Ovvero cronaca di una schizofrenia diffusa in tut­ta Europa. La Chiesa ricercata da un lato, quando si tratta ad esempio di dare un parere su questioni etiche o politiche. Rigettata dall’altro, come dimostrano i casi, in più di un Paese euro­peo, di «attacchi, calunnie, disinformazione, ri­cerca del sensazionalismo, quando non addirit­tura manipolazione delle notizie e creazione di scandali».

Come rispondere, dunque, a questi fe­nomeni? Secondo il cardinale Angelo Bagnasco, occorre da un lato «interagire in profondità con il sistema della comunicazione, coltivando una presenza discreta e autorevole all’interno dei va­ri settori della macchina mediatica». Dall’altro «passare attraverso un rigoroso tirocinio che va sotto il nome di competenza linguistica».
Al presidente della Cei era affidato il compito, ie­ri pomeriggio, di riepilogare la risposta della Chie­sa alle sfide della comunicazione, dopo che in mattinata monsignor Jean-Michel di Falco Léan­dri, vescovo di Gap e presidente della Commis­sione per i media, aveva presentato i risultati di una indagine sull’argomento, realizzata presso le Conferenze episcopali di tutto il continente. Il te­ma della comunicazione è al centro della riunio- ne annuale dei 36 presidenti delle Conferenze e­piscopali europee riunite nel Ccee e il quadro continentale offre luci e ombre. Gli strumenti non mancano: 6 conferenze hanno una tivù di pro­prietà, 11 una radio, 7 un quotidiano nazionale, 12 un programma religioso in una televisione na­zionale. Ciò che ancora manca è la diffusione di una mentalità nuova nell’approccio ai media, che «vanno compresi come una cultura e non solo come mezzi», ha ricordato Bagnasco. In so­stanza «non è esagerato afferma­re che siamo di fronte all’ennesi­ma rivoluzione culturale», i cui tratti salienti «non vanno subiti, ma vagliati e debitamente orien­tati ». Ecco dunque la necessità della formazione e del­la presenza. «Non è più possibile – ha rimarcato il presidente della Cei – che i comunicatori cri­stiani studino e approfondiscano per anni i con­tenuti della fede e poi ignorino le regole elemen­tari della comunicazione orale e di quella media­tica in genere». Infatti, «ignorare il mondo della co­municazione o semplicemente sottovalutare la sua capacità di incidere sulle coscienze significa precludersi ogni possibilità di evangelizzare la cul­tura moderna». Perciò il cardinale Bagnasco ha raccomandato: «Per contrastare visioni inade­guate e parziali, è necessario interloquire con la mentalità plasmata dai media, coltivando una presenza discreta e autorevole all’interno dei va­ri segmenti della macchina mediatica: giornali, radio tv, web». Nello stesso tempo i cattolici de­vono poter essere presenti nel dibattito pubblico con propri mezzi. In Italia, ha ricor­dato il presidente della Cei, esiste da 40 anni il quotidiano Avvenire, da 20 l’agenzia Sir, da 10 Sat2000 e Radio in Blu. «Garantire un alto profilo quali­tativo di tali mezzi – ha concluso Ba­gnasco – vuol dire manifestare atten­zione reale per le persone», oltre che introdurre nell’ambiente mediatico degli strumenti con cui tutta l’opi­nione pubblica deve fare i conti.
In conclusione dei lavori della se­conda giornata è giunta anche l’elezione del nuo­vo segretario generale del Consiglio delle Confe­renze episcopale europee (Ccee). È il portoghe­se padre Duarte Nuno Queiroz de Barros da Cunha, che resterà in carica per cinque anni e prende il posto di monsignor Aldo Giordano, o­ra osservatore permanente della Santa Sede pres­so il Consiglio d’Europa. Da Cunha ha 40 anni ed è sacerdote dal 1993. Nel 1998 ha conseguito il dottorato in teologia ed è stato segretario gene­rale del Patriarcato di Lisbona, oltre che assistente dell’ufficio per la famiglia.

© Copyright Avvenire, 2 ottobre 2008

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