17 luglio 2007

Le vacanze di Benedetto secondo Avvenire e Radio Vaticana


Vedi anche:

Maria Laura Rodota', una donna "antica" e per nulla anticonformista

Magister: liturgia ed ecumenismo nel Pontificato di Papa Benedetto

Messa tridentina: tre articoli di "Tempi"

SPECIALE: IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM"

Rusconi: elogio della ragionevolezza (e del relativismo)

LA LECTIO MAGISTRALIS DI RATISBONA

Los Angeles: l'arcivescovo si scusa con le vittime dei preti pedofili

Il Papa in Cadore: dove sono le mucche? (cronaca dell'ottava giornata)

Mons. Fisichella: c'è da applaudire la Chiesa americana per il coraggio di voltare pagina in modo netto

Chiesa e pedofilia: operazione trasparenza

Chiesa e pedofilia: lo speciale del blog (video BBC)

Messa tridentina: il commento di Marco Travaglio

Messa tridentina: mentre Don Farinella scrive, nel Lazio...

Messa tridentina: "l'obiezione di coscienza" di Don Farinella (solite argomentazioni, soliti attacchi al Papa)

Cardinale Bertone: reazioni positive alla lettera del Papa alla Cina ma ancora silenzio dal governo

La lettera del Papa alla Cina? Potrebbe segnare una svolta storica

Benedetto, il Papa delle sorprese (anche in Cadore)

IMMAGINI INEDITE DEL PAPA IN CADORE

IL PAPA IN CADORE: LO SPECIALE DEL BLOG

Il Papa a Lourdes nel 2008

L’ESTATE DI BENEDETTO

Meditazione, studio e relax caratterizzano il periodo di riposo estivo di Benedetto XVI. Padre Lombardi: prepara la seconda parte del suo libro su Gesù di Nazaret; nel 2008 anche all’Onu

Il Papa tra i monti del Cadore «Estasiato da tanta bellezza»
Anche ieri per il Pontefice passeggiata serale e preghiera nella cornice delle vette dolomitiche


Dal Nostro Inviato A Lorenzago Di Cadore (Belluno) Salvatore Mazza

Una nuova, splendida giornata sul Cadore, ma Benedetto XVI non cambia l'agenda che s'è dato per queste sue vacanze in montagna. Al giro di boa della prima settimana, studio, preghiera e riposo continuano a scandire le giornate del Papa. Per il momento tutte racchiuse all'interno dell'area attrezzata attorno alla villetta che lo ospita, e brevi uscite - mai finora più di due ore - con destinazione uno dei molti, piccoli luoghi della tradizione religiosa che circondano Lorenzago. Come ieri sera, quando come sempre verso le 17,55 ha lasciato per un paio d'ore la villetta per raggiungere (in compagnia del suo segretario monsignor Georg) Danta nel Comelico fermandosi a pregare nella chiesa di Santa Barbara, dove lo attendeva il parroco don Angelo Balcon. «Sono estasiato da tanta bellezza» le parole di Benedetto XVI.
Ritmi rilassati, dunque, circondato da «questo panorama incantevole a cui fanno da sfondo le cime del Cadore», come ha detto domenica, introducendo dal Castello di Mirabello il primo «Angelus» che guiderà da Lorenzago. Tempo «opportuno per distendere il fisico ed anche per nutrire lo spirito attraverso spazi più ampi di preghiera e di meditazione», ha spiegato, ricordando anche come il suo «amato predecessore» Giovanni Paolo II amasse questi luoghi. Dalla bassa veranda del Castello, quasi a contatto con i millecinquecento pellegrini, provenienti soprattutto dalla diocesi di Treviso, Benedetto XVI ha così rivolto il pensiero alla prossima Gmg, invitando i «cari amici di ogni continente» a «partecipare numerosi» al «grande appuntamento che avrà luogo a Sydney, in Australia, tra un anno, proprio in questi giorni di luglio».
È stato, l'«Angelus» di domenica, un momento di vera festa, illuminato da una giornata che ha favorito una grande partecipazione. Il Papa è arrivato al Castello pochi minuti prima di mezzogiorno, dopo la Messa celebrata dal vescovo di Treviso, Andrea Bruno Mazzocato. Benedetto XVI al termine della preghiera mariana ha voluto per pr ima cosa ringraziare i vescovi presenti: l'ordinario di Belluno-Feltre, Giuseppe Andrich, Mazzoccato, l'emerito di Treviso, Paolo Magnani, e l'ausiliare di Manaus, in Brasile, Mario Pasqualotto, nativo di Treviso, che avrebbe più tardi invitato a pranzo. Nei saluti conclusivi, oltre quelli rivolti alle autorità civili della Regione Veneto e della Provincia di Treviso, un pensiero particolare è stato rivolto dal Papa «ai sacerdoti e ai diaconi permanenti... agli educatori e ai seminaristi del Seminario di Treviso» e a tutti i rappresentanti «degli Istituti di vita consacrata e delle diverse aggregazioni laicali». Tra i presenti il direttore di Avvenire Dino Boffo, originario della diocesi di Treviso.
Terminata la festa di mezzogiorno, e dopo il pranzo coi vescovi, Benedetto XVI è tornato alle sue occupazioni. Nessuna sortita al di fuori dello spazio recintato che circonda la villetta, ma per due volte è stato visto uscire per passeggiate di circa mezz'ora ciascuna.
Tra le carte sul tavolo del suo studio, qui in Cadore, ci sono soprattutto quelle «che riguardando la seconda parte del suo libro su "Gesù di Nazaret"», ha spiegato domenica il portavoce della Sala stampa vaticana padre Federico Lombardi, mentre la sua eventuale seconda enciclica «è ancora a un livello molto iniziale, di idea, di riflessione scientifica che può essere impostata», anche se si può confermare che «l'argomento sarà sociale»
Lombardi ha inoltre confermato che, oltre al viaggio in Australia per la Gmg, nell'agenda del Papa per il 2008 ci sono un viaggio all'Onu, per rispondere all'invito del segretario generale Ban Ki-moon, e uno a Lourdes per i 150 anni delle apparizioni mariane. Le date esatte sono ancora da stabilire, ma i progetti sono invece già allo studio.

© Copyright Avvenire, 17 luglio 2007


Scandito dalla preghiera, dallo studio e da passeggiate in alta quota, prosegue in serenità il periodo di riposo di Benedetto XVI a Lorenzago di Cadore

Caratterizzato dalla meditazione, dallo studio e da corroboranti passeggiate negli splendidi sentieri del Cadore, prosegue il periodo di riposo di Benedetto XVI a Lorenzago. Ieri, in serata, il Papa si è recato a Danta nel Comelico. A quanti hanno potuto incontrarlo, ha espresso la sua gioia nel poter ammirare un paesaggio naturale così bello come quello offerto dalle Dolomiti. Si confermano, dunque, i ritmi di queste giornate, come sottolinea l’inviato di “Avvenire” Salvatore Mazza, raggiunto telefonicamente a Lorenzago da Alessandro Gisotti:

R. – Si avvicina ormai il “giro di boa” di queste vacanze e il Papa ha impresso un ritmo abbastanza ben determinato alle sue giornate: studio, preghiere e queste uscite serali di non più di due ore e che hanno sempre come destinazione uno dei luoghi di culto popolare che si trovano intorno a Lorenzago. Così è stato pure ieri: è andato a Danta, nel Comelico, dove si è fermato a pregare in una chiesetta antica dedicata a Santa Barbara, dove è stato accompagnato dal parroco, con il quale hanno pregato insieme. Ed è poi tornato a Lorenzago. Per la prima volta, passando attraverso il Paese, il Papa ha fatto rallentare la macchina, ha percorso molto lentamente il corso principale e tutti quanti hanno avuto modo di vederlo e di salutarlo.

D. – D’altro canto, il Papa in queste sue passeggiate non si è mai sottratto ad incontri, ovviamente occasionali e con grande sorpresa della popolazione locale, ed ha anche fatto battute di spirito, soprattutto con i più piccoli…

R. – Le sue mete sono sempre stati questi luoghi di culto. Ovviamente, sulla strada capita di incontrare delle persone e il Papa si è sempre fermato, è sceso dalla macchina quando è stato necessario, ha scambiato battute e parole con i bambini. Si è addirittura fermato a casa di una coppia di anziani.

D. – Domani arriva a Lorenzago il cardinale Tarcisio Bertone, a conferma che anche in questo periodo di riposo il Papa segue con attenzione la vita della Chiesa, ma anche l’attualità internazionale: pensiamo, ad esempio, a padre Bossi…

R. – Certamente, proprio a padre Bossi il Papa ha dedicato il suo primo pensiero appena arrivato. Domani arriva il cardinale segretario di Stato ed è previsto che vedrà il Papa, anche se non si fermerà qui. Andrà anche a Pieve di Cadore, dove incontrerà i giornalisti. E’ un segno di quello che si diceva prima: la vacanza come un momento sì di riposo, sì privilegiato in qualche modo anche per altre cose, come la scrittura del suo libro che durante l’anno viene un po’ più trascurato. Ma certamente non significa mai un distacco dalle cose che riguardano la Chiesa.


La presenza del Papa nel Cadore, come dimostrato dai tanti fedeli accorsi a Lorenzago per l’Angelus di domenica, viene vissuto con grande gioia da tutti gli abitanti della zona. Ecco la testimonianza del sindaco di Lorenzago, Mario Tremonti, intervistato da Luca Collodi:

R. - Naturalmente ci sono dei sentimenti di gioia, felicità. Sapere di avere il Pontefice che si può vedere ogni giorno passare nelle sue escursioni, è una cosa che immagino lo desidererebbero tutti. Noi siamo veramente fortunati.

D. – Lei riceve un po’, mi sembra di capire, come il parroco del resto di Lorenzago, tutta una serie di richieste...

R. – Sì, ci sono richieste di vario tipo. Naturalmente io puntualmente dico che non è possibile perché a noi interessa che il Papa faccia le sue vacanze e sia lasciato in pace.

D. – Ed è questo proprio un altro punto sul quale i giornali hanno scritto molto cioè l’accoglienza e la discrezione degli abitanti del Cadore...

R. – E’ forse una nostra caratteristica ma io credo che sia una caratteristica un po’ di tutte le genti che vivono in montagna di rispettare l’ospite e lasciargli godere la bellezza della natura, la tranquillità, e la serenità che può offrire un paesaggio del genere.

D. – Un evento del genere, un consiglio comunale, quindi degli uomini politici, come lo affrontano?

R. – Quando ho saputo della notizia che il Papa sarebbe venuto a Lorenzago, la prima cosa che ho fatto è un consiglio comunale straordinario con all’ordine del giorno proprio questo evento dove ho invitato tutte le associazioni, oltre che il parroco, a costituire un comitato di buona accoglienza. Quindi si è lavorato in perfetta sintonia al di là e al di fuori di qualsiasi schieramento di opinione per far ciò e credo che ci siamo riusciti.


Domenica, all’Angelus a Lorenzago, Benedetto XVI ha sottolineato che “l’ammirazione per le bellezze naturali si trasforma facilmente in preghiera”. Un pensiero questo sul quale Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione di mons. Gianfranco Ravasi, prefetto della Biblioteca Ambrosiana:

R. – Vorrei partire da una frase di uno scrittore inglese, Chesterton, che in una sua opera diceva: “Il mondo perirà non per mancanza di meraviglie, ma perirà per mancanza di meraviglia”. L’umanità, ad un certo momento, scomparirà quasi nella sua umanità profonda e nella sua identità, quando non avrà più la capacità di stupirsi, di contemplare. E soprattutto nella visione religiosa, riuscire ad intravedere nell’interno del cosmo – non per nulla lo si chiama cosmo, che è una parola greca che significa ordinato – riuscire a trovare un messaggio trascendente, riuscire a trovare i segni del Creatore. In questa luce è indiscutibile che è necessario avere questo stupore.

D. – Nell’Antico come nel Nuovo Testamento la montagna è sempre un luogo legato a momenti forti, di preghiera che precedono scelte importanti: pensiamo alla vita di Gesù…

R. – Questo è verissimo! Ad un certo momento - io lo ho fatto una volta con un libro intero – si possono ricostruire tutti i monti della Bibbia e sono veramente una sequenza enorme. Cristo stesso, pensiamo al Monte della Beatitudini, presenta quasi in parallelo con il Sinai, la sua legge nuova, piena, perfetta, ma che ha sempre un collegamento con quella che è discesa come voce di Dio, attraverso la parola di Mosé, da quella vetta. Vorrei anche ricordare che esiste poi un monte, che geograficamente è del tutto irrilevante, tanto è vero che è inserito e nascosto ora nell’interno di una basilica, si tratta di uno sperone roccioso di soli 6-7 metri, che è il Calvario, in ebraico il Golgota, che è diventato però simbolicamente centrale per la fede cristiana e un po’ anche per tutti coloro che guardano al mistero del dolore e della speranza.

D. – Benedetto XVI sta trascorrendo un periodo di riposo, ma ci ricorda che vacanza non vuol dire assenza, perdita di se stessi…

R. – Questo è vero. Diciamo subito che la parola vacanza deriva dal latino, dal verbo latino “vacare”, che di per sé come suo significato principale non rimanda al vuoto, al vacuum, ma rimanda piuttosto all’impegno, “al dedicarsi a”. E’ forse in questa luce che dobbiamo riscoprire anche noi quando siamo soprattutto tentati di avere una vacanza che ricalca nient’altro che la confusione, la fatica e il rumore del tempo del lavoro, del resto dell’anno. Pensiamo, ad esempio, a quelli che vanno in certe città di mare che sono alla fine nient’altro che la riedizione di tutti i rumori, di tutte le tensioni della vita in città. E’ bene ricordare, invece, che - in questa luce la vetta del monte è simbolicamente più rilevante - è necessario ritrovare ancora la capacità di entrare in se stessi.

© Copyright Radio Vaticana

Nessun commento: