5 febbraio 2008

Non paghi della figuraccia, i docenti anti Papa si radunano alla "Sapienza" e diventano 1479 (ne mancano 198521 per arrivare a 200mila!)


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«Appello per la laicita'»

I professori anti Papa si radunano alla Sapienza

Con un documento docenti, ricercatori e dottorandi da tutti gli atenei italiani rivendicano il «diritto al dissenso»

Edoardo Sassi

ROMA — Parole d'ordine: «laicità» e «diritto al dissenso». Con in dote 1.479 nuove firme raccolte fino a ieri tra docenti, ricercatori e dottorandi di tutti gli atenei italiani.
Molti i firmatari celebri: dalla grecista Eva Cantarella al «premio Strega» Alessandro Barbero (storico medievale oltre che narratore), dal filosofo Gianni Vattimo al matematico autore di bestseller Pierluigi Odifreddi, da Luigi Bobbio (figlio di Norberto) fino alla storico Nicola Tranfaglia, dal sociologo Luciano Gallino al giurista Ugo Rescigno.
A diciannove giorni di distanza dai clamori suscitati per la mancata visita di Benedetto XVI all'università La Sapienza, ecco che si ricompatta (e cresce) il fronte contrario all'intervento del Pontefice per l'inaugurazione di un anno accademico, inizialmente previsto per il 17 gennaio scorso. «Anche noi cattivi maestri.

I PROMOTORI - Appello di solidarietà con colleghi (e studenti) della Sapienza di Roma», si legge in testa al documento di cui primi firmatari sono i docenti Angelo d'Orsi (Storia del pensiero politico) e Lucia Delogu (Diritto privato), entrambi dell'università di Torino. E d'Orsi domani alle 11 interverrà nell'aula Calasso della facoltà di Giurisprudenza della Sapienza per una tavola rotonda intitolata «Diritto al
Il filosofo Gianni Vattimo (Emblema) dissenso», promossa da «Sinistra critica » e alla quale partecipano anche le due anime della protesta anti-Ratzinger di inizio gennaio: gli studenti dei collettivi (il loro portavoce Giorgio Sestili modera l'incontro) e almeno uno dei 67 scienziati di Fisica firmatari dell'ormai celebre lettera al rettore Renato Guarini, Carlo Cosmelli, che in merito all'appellativo «cattivi maestri», affibbiato dal rettore ai docenti della protesta, disse subito: «Spero che il rettore ritiri questa espressione. Forse non ricorda l'uso che se ne faceva negli anni di piombo».
Ed è proprio intorno a questo slogan che ancora oggi si stanno raccogliendo gli oltre mille e quattrocento docenti di università e istituti di eccellenza, firmatari del nuovo documento: «I sottoscritti — si legge nell'appello — esprimono la più ferma e convinta solidarietà ai colleghi sottoposti a un linciaggio morale, intellettuale e persino politico senza precedenti ».
«Noi firmatari — prosegue il testo — affermiamo che ci saremmo comportati come i 67 in nome della libertà della ricerca e della scienza. Se essi sono cattivi maestri, ebbene lo siamo anche noi». Sul tema e sull'opportunità di quell'espressione ieri non è voluto tornare il rettore Guarini, che in una nota del primo febbraio ha già fatto una parziale marcia indietro, sostenendo che «era legittimo il diritto di critica da parte dei docenti, così come di alcuni gruppi di studenti». Una lettera del rettore giunta in concomitanza con un documento in cui 41 professori di Matematica gli chiedevano dare solidarietà ai 67 docenti, e all'indomani di un'altra mozione in difesa della laicità approvata con 233 voti dal consiglio di facoltà di Ingegneria, dove si chiedeva a Guarini di «esprimere pubblicamente » solidarietà ai 67 «per le ignobili accuse di intolleranza» ricevute «per la semplice espressione delle loro opinioni ».

DISSENSO

Polemizza a distanza Franco Cardini, professore di storia medioevale a Firenze: «Ancora firme dopo la pessima figura fatta? E' evidente che un personaggio come il Papa che visita l'Università non ha nulla a che vedere con la possibilità di inficiare la libertà scientifica».

© Copyright Corriere della sera, 5 febbraio 2008 consultabile online anche qui

Cari signori, avete ottenuto il vostro risultato: il Papa non e' andato alla Sapienza. Che cosa volete di piu'? Volete stravincere? Ah no! A me pare che rischiate solo di straperdere! Dopo la figuraccia di chi ha tappato la bocca a Benedetto XVI, altri firmatari si affacciano all'orizzonte.
Leggiamo qualche nome: Pierluigi Odifreddi, Gianni Vattimo, Nicola Tranfaglia, «Sinistra critica», studenti dei collettivi ...
Niente da temere, niente di nuovo sotto al sole :-)
Come diceva un mio professore, il tempo perso in critiche non costruttive e in riunioni e assemblee e' tempo sottratto allo studio e all'insegnamento...
Non abbiate paura del Papa, ragionate con lui e come lui!
Comunque per raggiungere quota 200mila (come direbbe Malpelo) vi mancano 198.521 firme...(coraggio!).
Il Corriere ha voluto pubblicare questo articolo...interessante...

R.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Il corrierone è more solito ondivago e ambiguo. Quanto ai 1479 e lasciamo che si facciano quest'altra figuraccia! Wow, c'è anche Odifreddi fra i firmatari! Che autorevolezza!
Alessia

Anonimo ha detto...

"Matematico autore di bestseller" è una meravigliosa qualifica scientifica... :)

Luisa ha detto...

Poveracci, hanno fatto una così brutta figura, messi all`angolo da coloro dai quali speravano un appoggio, fanno veramente pena questi grandi intellettuali che sono nell`incapacità assoluta dell`autocritica, che cercano di metter il discorso su un`altro piano.
Questi grandi scientifici, professori, spiriti aperti al dialogo, si sono sentiti umiliati, offesi, da chi ha osato dire loro una semplice verità, da una piazza che ha testimoniato solidarietà all`uomo che loro credevano poter espellere dall`università, che loro giudicavano indegno di mettere piede nel loro tempio .
La loro offesa ha dovuto essere tale, che non si rendono nemeno conto che si stanno ridicolizzando.
Certo che a leggere i nomi dei firmatari, non c`è nessuna sorpresa.....e nessuna illusione da nutrire circa un`eventuale auto-critica.
Strano come tutti dimenticano un certo Feyerabend....

Luisa ha detto...

Sapete a chi mi fanno pensare questi docenti e altri intellettuali?
A dei bambini che si sarebbero sentiti ingiustamente puniti, offesi si rivoltano e vanno alla ricerca di sostegni ,come per dire "n`est-ce pas que nous avions raison? Nevvero che avevamo ragione? Nevvero che siamo noi ad aver ragione e non quella banda di ignoranti che non hanno capito niente e che osano mettere in dubbio il nostro pensiero?
Sì veramente questi sommi pensatori hanno dovuto sentirsi molto male....

lapis ha detto...

cara Raffaella, non so se questi signori vogliono stravincere o straperdere, sicuramente stanno però tentando la via del ribaltone, per far passare l'idea che i sapienti docenti e studenti di Roma volevano solo dissentire da Papa Benedetto, esercitando così il loro legittimo diritto di opinione. Per fortuna non tutti hanno la memoria corta e molti di noi ricordano perfettamente che, da un lato, la contestazione all'invito al Papa messa in campo dai professori si basva su un argomento risultato falso e pretestuoso e, dall'altro, che la protesta degli studenti mirava chiaramente a far sì che "questo" Papa non mettesse piede all'università e, se vi si fosse comunque recato, non avesse la possibilità di parlare; su questo punto il programmato assedio sonoro la dice lunga perché a chi vuole solo dissentire senza togliere la parola all'altro sono sufficienti striscioni di protesta e sit-in.
Dal Corriere ormai mi aspetto poco e, lo dico con una punta di amarezza, sono francamente delusa dal primo quotidiano nazionale, che sembra aver aderito in toto alla campagna anti Ratzinger, certo in atto già prima del 19 aprile 2005, ma particolarmente rinfocolata dopo quella data. Dico questo non soltanto a margine dei chiarimenti sulla famosa questione dell'attribuzione della frase di Feyerabend su Galileo, a cui il Corriere è approdato con "stupefacente" ritardo, ma anche con riferimento a piccoli episodi, marginali, ma pur sempre significativi. Ieri, ad esempio, dopo aver letto sul sito del Corriere un articolo sulla rianimazione del feto prematuro o nato vivo da intervento abortivo (a questo indirizzo: http://www.corriere.it/cronache/08_febbraio_02/feto_vivo_aborto_ff3ea7ac-d1c7-11dc-af66-0003ba99c667_full.shtml)
sono entrata nella sezione dei commenti per poter dire la mia e, prima ancora di scrivere, leggendo quanto era già stato detto da altri, ho visto che alcuni lettori avevano insultato pesantemente Papa Benedetto, con epiteti e allusioni che oltre ad essere ingiuriosi, erano anche del tutto gratuiti e completamente estranei all'argomento della discussione. A quel punto, nel mio commento, ho anche inserito la richiesta ai moderatori del forum di richiamare quei lettori ad un maggior rispetto della correttezza e delle norme di legge. Risultato? A tutt'oggi il mio commento non è stato pubblicato, mentre le ingiurie nei confronti del Papa continuano a far mostra di sé nel forum del primo quotidiano italiano. Insomma, libertà di parola per tutti tranne che per Papa Benedetto (come vogliono alla Sapienza), ma se è di lui che si parla, allora anche libertà d'ingiuria, come mi insegna il forum del Corriere.

Anonimo ha detto...

Grazie della testimonianza, Lapis.
Purtroppo sembra che, ovunque, la propaganda ideologica la faccia da padrone!
Mi e' capitaro di seguire una puntata di "Forum" in cui il giudice Tina Lagostena Bassi, con la voce quasi rotta dal pianto, ha sentenziato che non sara' facile modificare la legge 194 perche' ha valenza costituzionale (???) e che le religioni monoteiste affermano che la vita inizia al terzo mese di gravidanza (???).
In veste di esegeta, il giudice ammonisce: "lo stesso San Tommaso affermava che l'anima entra nel corpo alla dodicesima settimana" cioe' quando si forma il cervello (???).
San Tommaso possedeva una apparecchiatura per le ecografie?
Non sara' che il giudice volesse far giungere ai suoi telespettatori il concetto: "Non e' vero che la vita inizia nel momento del concepimento?".
Questo e' solo un piccolo esempio di "martellamento ideologico".
R.

euge ha detto...

Hai ragione Raffaella sono sempre i soliti papaveri........

Che strazio con tutti i problemi che ha l'Università ridotta ad un centro sociale Bah!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

L'appello ha già raccolto 20.000 firme. http://www.petitiononline.com/386864c0/petition.html. Ovviamente non fa menzione del fatto che i firmatari orginali affermavano di non voler quel papa, travisando le citazioni. E'evidente che professori e studenti possono dire che non vogliono il papa in generale, ma in quel caso si trattava di un pregiudizio nei confronti di una persona per sua presunte dichiarazioni, non per il ruolo ricoperto. E poi era stato annunciato che il dissenso non si sarebbe limitato ad espressioni scritte. Ora si assiste ad un giramento di frittata, cui si adegua e si allinea anche chi non era così sprovvisto del semplice buon senso. Dopo la dittature dei filosofi sessantottini, abbiamo quella degli scienziati e matematici,terrorizzati di perdere le loro cattedre statali. Per fortuna che c'è qualche medico che ancora riesce a ragionare.Cordiali saluti, Eufemia

gemma ha detto...

lorsignori mi stanno mettendo veramente molta tristezza.
Hanno ottenuto ciò che chiedevano, cioè che il Papa non parlasse all'università (e gli augh ne hanno siglato la gioia); hanno inondato con la loro partecipazione tg, talk show e non solo; uno di loro è diventato presidente del più prestigioso centro di ricerche italiano... e ci vogliono far credere che si sono sentiti al bando?
Ci manca solo l'ennesima moratoria...E il tutto mentre a Torino un altro gruppo okkupa, sventola striscioni, vuole impedire ad altri di esserci (che brutto deja vu). Quante similitudini nell'intolleranza...ma non posso credere che episodi di questo genere stiano accadendo in questo paese e in questo tempo

Anonimo ha detto...

Leggo sul Foglio di oggi di un appello "per la ragione". Chi vuole sapere di più l'indirizzo è: www.appellouniversità.net" non "it". Cordiali saluti, Eufemia

Anonimo ha detto...

Grazie, Eufemia, scrivo subito un post apposito...

Anonimo ha detto...

Oggi su Repubblica Michele Serra dice che gli spartani (sic), erano gli utenti della Rupe Tarpea. Poi c'è un bel servizio sui laureati analfabeti. Anche essere ammessi all'Ordine dei giornalisti, come narrò Mattia Feltri, non presuppone almeno la lettura un bignami di storia. Il Feltrino ammise che tutti copiarono. Cordiali saluti, Eufemia