23 febbraio 2008
Deborah Bergamini: "La Cei non riesce a liberarsi di Ruini" (Il Riformista)
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La Cei non riesce a liberarsi di Ruini Influenza la politica italiana, ma senza un progetto chiaro
Deborah Bergamini
Nei giochi che hanno in palio l'elettorato cattolico in vista del 13 aprile, sembra quasi che Veltroni e Ruini stiano danzando un minuetto. Entrambi infatti stanno contribuendo, per ragioni diverse, alla nascita di un polo centrista in chiave antiberlusconiana. La decisione di Veltroni di inserire la Bonino nelle liste del Pd è, come ha già detto a gran voce la senatrice Binetti, «un calcio nei denti a tutti i cattolici presenti nel Partito democratico».
Cosa succederà adesso? La Binetti e gli altri cattolici di Veltroni potrebbero essere indotti a uscire per andare a ingrossare le liste dei neocentristri realizzando così il sogno arcaico di una nuova Democrazia Cristiana, come sembra desiderare Ruini? La domanda è meno banale di quanto sembri. L'idea di Ruini di creare uno schieramento di centro che indebolisca Berlusconi si arricchisce ogni giorno di nuovi colpi di scena. Sono in ballo quei dieci milioni di voti dei cattolici italiani che ogni domenica vanno a messa. Ed è ovvio che la futura stabilità della maggioranza che sarà espressa ad aprile si giocherà tutta al centro.
Veltroni, per aggiudicarsi i 400 mila voti che si dice che la Bonino sia in grado di esprimere, si è assunto il rischio di perdere l'appoggio dei suoi elettori moderati. È lo stesso errore che sta commettendo Ruini: la proliferazione di sigle al centro dello schieramento politico sancisce la fine della posizione di equidistanza fra i due poli sempre tenuta dalla Chiesa italiana dopo la fine della Democrazia Cristiana. Un'equidistanza che il cardinale Bertone, dall'alto della Segreteria di Stato, sta provando, inutilmente, a mantenere. L'elettorato cattolico sta vivendo un disorientamento inedito, che trova la sua origine nella confusione che regna ai vertici della Curia romana, quasi come se la leggendaria lucidità strategica d'Oltretevere si fosse improvvisamente appannata.
Negli ultimi quindici anni, i vescovi sono stati fra i migliori mediatori della politica italiana. Fra Prodi e Casini, Rutelli e lo stesso Berlusconi, hanno ottenuto un risultato eccellente: tenere viva la fiamma della trasversalità cattolica all'interno dei due poli.
Adesso, invece, di fronte allo scompaginamento degli assetti politici, Casini si è trovato costretto a spezzare un equilibrio che proprio grazie alla trasversalità aveva garantito la tenuta dell'elettorato cattolico. Fino alla data di presentazione delle candidature può succedere di tutto, è chiaro. Solo dopo aver consegnato simboli e liste al Viminale, sapremo se i cattolici si presenteranno in ordine sparso con uno schieramento che parte da sinistra con il sindacalismo bianco di Pezzotta e l'incognita Follini (ancora oggi vero maître à penser dell'Udc), passa attraverso Mastella, e raccoglie Casini e lo scudo crociato con un possibile ingresso della Binetti e degli altri cattolici del Pd, o se invece troverà qualche forma di aggregazione più attrattiva per l'elettorato.
Eppure Bertone aveva mandato un messaggio chiaro: basta con la strumentalizzazione politica dei valori e dei simboli del cattolicesimo, aveva ripetuto con forza. E così aveva contraddetto la posizione espressa da Ruini che, attraverso Dino Boffo, aveva più volte invitato i centristi a mantenere un'identità distinta rispetto ai due poli e a tenersi stretto lo scudo crociato. Un "rompete le righe" politico, questo, che potrebbe trascinare l'elettorato moderato italiano verso scelte irrazionali. Per evitare disastri, la Curia dovrebbe risolvere rapidamente i contrasti fra la Cei, di fatto guidata ancora da Ruini, e la nuova linea della Segreteria di Stato.
L'obiettivo dello stesso Benedetto XVI è di restituire alla Santa Sede un ruolo proattivo nel dibattito politico italiano. Ma mentre le cose in Vaticano sono state in qualche modo sistemate, nella sede della Conferenza episcopale italiana c'è ancora parecchio da fare e il pensionando Ruini è più potente che mai. Oltretevere le posizioni chiave della comunicazione pontificia sono passate rapidamente nelle mani di alcuni italiani. Il gesuita Padre Lombardi ha preso il posto, in sala stampa, dello spagnolo Navarro Valls. All' Osservatore Romano , il ruiniano Mario Agnes è stato sostituito con il giovane Giovanni Maria Vian, dinamico intellettuale fedelissimo a Benedetto XVI e a Bertone. All'agenzia missionaria Fides, infine, è stato riconfermato l'esperto di comunicazione Luca De Mata, cresciuto in Curia a fianco del cardinal Sepe, l'arcivescovo di Napoli impegnato in queste settimane nello scontro col centrosinistra di Bassolino e Jervolino per lo scandalo dei rifiuti. In Cei, invece, dopo la nomina del coraggioso e leale Bagnasco, che pensa e agisce sempre da pastore e non da politico, Bertone non è riuscito a scalfire il potere di Ruini. Boffo è ancora il deus ex machina di tutta la comunicazione dei cattolici italiani: da Avvenire a Sat2000, fino ai rapporti con la Rai. Anche il segretario generale della Cei, monsignor Betori, venne nominato a suo tempo da Ruini ed è ancora lì, al suo posto, nonostante la sua storia, cultura e vere amicizie stiano tutte da ben altra parte.
La determinazione con la quale Ruini ha voluto presidiare e influenzare il dibattito politico di questi giorni, senza essere ancora riuscito a esprimere un progetto chiaro, non ha fatto altro che radicalizzare le posizioni e, probabilmente, ha creato le premesse per la spaccatura fra Casini e Berlusconi. E così c'è da aspettarsi ancora una volta una campagna elettorale giocata sugli sterili toni dell'antiberlusconismo, col paradosso che ad attaccare Berlusconi saranno questa volta proprio i suoi ex alleati democristiani. Un'eventualità che non porterà beneficio a nessuno, ma danno a tutti. Per ora, i cattolici rischiano di ritrovarsi schiacciati a panino fra due schieramenti muscolari e poco curiali. È un vero peccato. Ma c'è ancora tempo, e non è detto che in nome di un elettorato numeroso e disorientato non si trovi il margine per nuovi assetti. La Chiesa trova sempre forze e soluzioni inaspettate, che possono poi risultare provvidenziali.
© Copyright Il Riformista, 22 febbraio 2008
La colpa e' sempre del cardinale Ruini...fra un po' gli attribuiranno la responsabilita' dell'aumento della benzina e dei rifiuti di Napoli.
La politica...ovviamente...non c'entra nulla, vero Bergamini?
Ma chi e' Deborah Bergamini? Ecco un articolo del Corriere della sera.
R.
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